Eugenio e quel regalo | a Daniel che non c’è più

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30 Novembre 2016, 21:35

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Daniel Schimmenti aveva un sorriso bellissimo. Lo notavi prima della sedia a rotelle. Era figlio di Turiddu e Birgit. Lui – Turiddu – siciliano emigrato in Germania, lei tedesca. La sorte gli aveva donato figli amatissimi, tra cui Daniel e il suo sorriso, una vita comunque serena e una casetta di sogno e verde a Francoforte.

Daniel non sarebbe mai diventato grande, perché già lo era nel coraggio con cui affrontava la salita della sua disabilità senza futuro. Non sarebbe cresciuto. La clessidra si sarebbe fermata presto. Lo sapevano tutti.

Turiddu è tifoso del Palermo. Ai tempi di questa storia era iscritto a un glorioso sito – www.tifosirosanero.it – governato da Antonio Moschitta. E fu proprio Antonio a parlare con Eugenio Corini, allora capitano di uno squadrone rosa, invitato a una cena del gruppo. Fu un colloquio sussurrato e timoroso del rifiuto: “Senti, ‘Genio’, c’è una famiglia di grandi appassionati del Palermo, gravata da un fortissimo peso. Certe cose non possono cambiare, però, se tu volessi….”. Eugenio disse di sì, con un luccichio di lacrime tra le palpebre. Il Palermo Calcio si mise a disposizione con velocità e generosità.

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Qualche giorno dopo, a casa di Turiddu, venne recapitata una maglia per Daniel, la maglia numero cinque, la maglia del capitano. E sopra c’erano scritte indimenticabili parole d’affetto.

Così, quando Daniel portò con sé il suo sorriso e lascio qui per sempre la sua pena, a tutti coloro che l’avevano amato rimase una maglia benedetta dalla felicità. E i sogni di un’anima bambina che aveva già spiccato il volo.

 

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30 Novembre 2016, 21:35

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