“Vogliono farmi firmare un contratto contrario alla legge?”. Stefano Santoro, presidente del Consiglio di amministrazione della Fondazione Orchestra sinfonica siciliana, ha annunciato un passo indietro dopo la scelta di Ester Bonafede come sovrintendente della Foss ed è finito nel mirino dell’Udc, il partito dell’ex assessore di Crocetta. La capogruppo all’Ars Eleonora Lo Curto, in una conferenza stampa organizzata in poche ore, si è spinta fino a dire che le dimissioni di Santoro sarebbero “uno scatto di dignità”.
Ha intenzione di dimettersi, presidente?
Non ho nessuna intenzione di dimettermi. Prendo atto della dichiarazione di una parlamentare regionale e rispondo alla considerazione sulle mie ipotetiche dimissioni girando la stessa considerazione all’onorevole Lo Curto: sarebbe stato un sussulto di dignità astenersi da una siffatta affermazione. Sarebbe stato più dignitoso non esortare l’amministratore di una fondazione a partecipazione pubblica a firmare un contratto contro la legge, o comunque tentare di condizionarne la volontà.
Ha vissuto queste dichiarazioni come un avvertimento?
Direi più come il frutto di un ragionamento politico che non conosco e che non può appartenermi. Non possono indurmi a firmare un contratto contro la legge.
Perché continua a ribadire che è contro la legge?
Perché c’è un conflitto di interessi tra la Bonafede e la Foss per i procedimenti esistenti alla Corte dei Conti e davanti al giudice civile ordinario.
Mi permetta, presidente Santoro, ma non lo sapevate già quando avete individuato nella Bonafede la candidata migliore per il posto di sovrintendente?
No, perché si avevano soltanto delle notizie generiche risalenti al 2016 i cui sviluppi ed esiti non erano noti. Il Cda è stato informato, indirettamente, soltanto il 6 giugno scorso quando la Guardia di Finanza si è presentata alla Foss per acquisire la documentazione. Abbiamo saputo così che l’istruttoria avviata dalla Procura regionale della Corte dei conti è ancora in corso.
Ester Bonafede non l’aveva specificato nella documentazione presentata per la selezione pubblica?
Ripeto: dal 2016 all’atto di nomina non si avevano più notizie dei procedimenti, se fossero stati archiviati o definiti, quindi abbiamo chiesto in delibera all’unica persona che poteva raccontarcelo: abbiamo legato la possibilità di firmare il contratto all’insussistenza di conflitti d’interessi e all’estinzione dei procedimenti eventualmente ancora pendenti.
Una volta registrato che la Bonafede è incompatibile, lei ha chiesto di trattare e mettere ai voti nella prossima seduta del Cda la revoca della nomina.
Esatto, perché abbiamo appurato che mancano le condizioni per dare seguito alla delibera n. 5, quella con cui indicavamo la Bonafede come candidata scelta per il posto di sovrintendente.
Gli altri componenti del Cda la seguiranno? Nessuno è intervenuto fino a oggi in questo mare di polemiche…
Non saprei dirlo, lo vedremo lunedì alle 15.
Se il Cda voterà per revocare la scelta della Bonafede, cosa succederà dopo?
Si procederà a individuare un altro sovrintendente, tra i curriculum pervenuti o anche all’esterno, in quanto una selezione pubblica lo consente. Ovviamente al candidato prescelto chiederemo le medesime dichiarazioni richieste alla Bonafede.
Bonafede ha ventilato la possibilità di una diffida contro la revoca della nomina. È una circostanza che la preoccupa?
Non avrebbe come rivalersi sulla Fondazione in quanto la mancata sottoscrizione del contratto non fa discendere diritti acquisiti. La mera individuazione non ha prodotto alcun effetto.
Lo Curto ha sottolineato che lei ha questo incarico in virtù di una nomina politica. Anche la scelta di Ester Bonafede è stata una scelta politica?
La nomina, l’ho già detto più volte, è stata dettata dalla valutazione del curriculum della signora Bonafede. E anche se la nomina del Cda è politica, agiamo comunque nell’indipendenza che il ruolo di richiede.
Non teme di perdere la fiducia di chi l’ha scelta per questo incarico?
Mi auguro che la fiducia politica non si perda per aver affermato un principio di diritto e per essermi rifiutato di firmare un contratto con evidenti profili di illegittimità. A me interessa soprattutto non perdere la fiducia dei siciliani.