PALERMO – Stanno protestando davanti all’Assessorato all’Economia in via Notarbartolo i lavoratori dell’ex Cerisdi. Hanno appeso degli striscioni di carta sui muri dell’edificio per protestare contro “il mancato ricollocamento di 150 lavoratori”. “L’Ars fa le leggi e l’assessorato all’Economia ignora i propri obblighi”, recita uno striscione, mentre un altro fa riferimento alle norme sulla ricollocazione dei dipendenti delle partecipate che “vengono applicate in tutta Italia e in Sicilia no”.
“Quelli delle società partecipate liquidate (Ciem, Lavoro Sicilia, Cerisdi, Spi, Quarit,Terme Di Sciacca, Sicilia e Ricerca e Sviluppo Italia) – ha detto Mimma Calabrò, segretario Generale Fisascat Cisl Sicilia, Mimma Calabrò – sono gli unici lavoratori a tempo indeterminato della Regione Siciliana ad essere stati licenziati e non ricollocati come previsto dalla Legge di Stabilità 2014, anche in spregio alle leggi in seguito promulgate dal Parlamento siciliano. Da anni si assiste ad un quotidiano rimpallo di responsabilità che non è più tollerabile, perché a pagarne le conseguenze è l’anello più debole della catena ovvero i lavoratori che rivendicano il rispetto delle leggi per tornare in servizio e affrontare serenamente la quotidianità”.
Un buon viatico per la prossima campagna elettorale.
Spero che i PIP abbiano memoria. Anche Paperino capiva che la legge era incostituzionale. Come al solito vi hanno preso in giro. Ricordatevelo.
Secondo me una buona metà festeggia
Hai detto bene….
Dico ai Signori politici che non dovete trovare sempre problemi ed ostacoli ma Soluzioni per chi da 20 anni vive in questo limbo di precarietà,in questa sorta di “né carne né pesce”;Si parla tanto di stabilizzare le persone,ma quannu mai…..
La RESAIS E’ UNA SEPOLTURA GENTILIZIA….. NON CAPISCO COME SI SAREBBE STATI ALLEGRI
Si sapeva che la legge era incostituzionale, in quanto non si può procedere a nuove assunzioni in una società pubblica in maniera diretta, anche perchè i pip non sono precari regionali che hanno avuto un contratto diretto con la regione.
Inutile che i sindacati continuano a prendersela con la politica, la legge non consente più di stabilizzare senza concorsi, ringrazino che ancora la politica riesce a trovare i soldi per pagarli così come sono.