PALERMO – La convenzione tra Regione Siciliana e Inps per l’erogazione dell’assegno di sostegno al reddito previsto in Finanziaria per gli ex Pip è stata sottoscritta. A comunicarlo è il governatore Rosario Crocetta. Una notizia particolarmente attesa dai 2.800 lavoratori che, ad oggi, attendono ancora di riscuotere la mensilità di aprile. “Si sblocca finalmente la possibilità di poter pagare i lavoratori”, afferma Crocetta, che annuncia: “Nei termini più urgenti possibili arriveranno i provvedimenti relativi ai pagamenti”.
La notizia era nell’aria già questa mattina. Dall’ufficio di gabinetto del dipartimento Lavoro, al quale la Finanziaria ha trasferito la competenza originariamente in mano al dipartimento Famiglia, avevano assicurato tempi brevissimi per la definizione della questione. “Siamo al lavoro per definire la circolare attuativa – facevano sapere dagli uffici – e probabilmente il via libera ai pagamenti arriverà già entro l’inizio della prossima settimana”.
Nei giorni scorsi alcuni dei 2.800 lavoratori si erano detti preoccupati per l’assenza di notizie in merito alla loro situazione. “Ci era stato detto che con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle Finanziaria i pagamenti si sarebbero sbloccati, ma così non è stato – spiegavano -. E con il mese di maggio ormai agli goccioli, le mensilità arretrate potrebbero diventare due”. Un rischio che, con la firma della convenzione tra Inps e Regione, dovrebbe però essere scongiurato.
A sollevare per primo la questione del mancato pagamento dello stipendio di aprile agli ex Pip era stato il segretario della Fisascat Cisl Palermo, Mimma Calabrò. Il sindacato oggi ha inviato al presidente Crocetta e all’assessore al Lavoro Bruno Caruso la richiesta di un incontro urgente. L’obiettivo è trovare tutte le soluzioni per tutelare e salvaguardare gli ex Pip. “Non essendo ancora chiare e definite le modalità che regolamenteranno lo status quo – si legge in una nota del segretario della Fisascat Cisl Palermo – forti sono le preoccupazioni nutrite per le garanzie occupazionali e reddituali delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti che il più delle volte trovano nel sussidio l’unica fonte di sostentamento per le loro famiglie. Riteniamo sia più proficuo affrontare le problematiche in appositi tavoli di confronto, fermo restando – conclude Calabrò – che siamo pronti anche a scendere in piazza laddove non dovessero convocarci”.