Stop ai fondi per l'ex provincia | "Pignorati" due milioni di euro - Live Sicilia

Stop ai fondi per l’ex provincia | “Pignorati” due milioni di euro

Il sit in dei dipendenti dell'ex Provincia di Siracusa

Il blocco delle somme ha messo ancora una volta in agitazione i dipendenti. Servizi fermi.

SIRACUSA – Nuove tensioni alla ex Provincia di Siracusa, nuovi sit-in dei dipendenti e nuova guerra tra (enti) poveri con l’ex Provincia di Ragusa. L’epilogo della crisi nata con la mancata riforma Crocetta, per l’ex Provincia di Siracusa ha la forma del pignoramento delle somme attese per il pagamento degli stipendi. La Tesoreria regionale ha infatti bloccato parte delle somme che dalla Regione erano destinate alle casse del Libero consorzio siracusano: 2 degli 11 milioni sono fermi a causa di diversi decreti ingiuntivi. Singolare, anche, che tra i soggetti pubblici e privati che rivendicano somme dal Libero consorzio siracusano ci sia l’ente gemello di Ragusa: 800 mila euro di debito contratto più di dieci anni fa.

Lo stop delle somme ha messo ancora una volta in agitazione i dipendenti, che solo l’11 novembre scorso avevano sospeso l’occupazione dell’ente durata venti giorni perché non ricevevano gli stipendi da sei mesi. Gli undici milioni, infatti, ultima tranche dei fondi destinati alle ex Province nella Finanziaria regionale, avrebbero dovuto coprire per l’intero 2017 (compresi gli arretrati) la voce stipendi per gli oltre 600 dipendenti. Il parziale blocco delle somme arriva in un clima di nervi già tesi per i diversi ritardi: tabella di ripartizione approvata dalla giunta regionale, poi revocata, poi di nuovo approvata; errore formale nel decreto, poi corretto, poi firma del dirigente mancante; e infine ripartizione contestata e decreto impugnato da altri Liberi consorzi. Ora che tutto sembrava sbloccato, ecco il pignoramento che non permetterebbe il pagamento delle mensilità di dicembre e la tredicesima.

Di servizi neanche a parlarne visto che l’ente ha alzato bandiera bianca su strade e scuole da due anni.

La prima reazione è stato un nuovo sit-in dei dipendenti davanti alla Prefettura: protesta che, se non dovesse sortire novità, riprenderà mercoledì. “I decreti ingiuntivi sono stati indirizzati alla Tesoreria della Regione e non a quella del Libero consorzio di Siracusa – prova a elencare i profili di illegittimità del pignoramento il segretario provinciale Fp Cisl, Daniele Passanisi – mentre, secondo il Testo unico degli enti locali, i decreti ingiuntivi e i pignoramenti devono avvenire attraverso la Tesoreria dell’ente. Inoltre, secondo un articolo della finanziaria quelle somme sono destinate prioritariamente agli stipendi dei dipendenti. Siamo di fronte a un’ennesima beffa, a un atto illegittimo”.

Il Libero consorzio di Siracusa ha diffidato l’Unicredit, banca che svolge il servizio di Tesoreria per la Regione: “Abbiamo avanzato formale diffida per sbloccare i 2 milioni – dice il commissario straordinario dell’ente, Giovanni Arnone – e ci siamo opposti anche in sede giudiziaria al provvedimento: l’udienza è già fissata a gennaio. La banca dice di attendere risposta dal proprio ufficio legale. Si tratta – aggiunge Arnone – di soldi destinati a pagare stipendi, che sono impignorabili per legge. La Tesoreria Unicredit non ha nessun titolo a bloccarci le somme”.

Poi la polemica con il Libero consorzio di Ragusa, che rivendica un credito risalente a più di dieci anni fa, ossia ai tempi del soppresso fondo Ex comunità montane: fu veicolato all’allora Provincia di Siracusa, mentre una parte di esso andava trasferita a Ragusa. Trasferimento mai avvenuto. “L’iniziativa – conclude il commissario Arnone – benché formalmente motivata, portata oggi mi sembra improvvida. Tra l’altro su somme destinate agli stipendi”.

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