PALERMO – Daniele Faggiano esclude l’arrivo di un parametro zero per rafforzare l’attacco. Dopo la partita con il Napoli, che ha evidenziato ancora una volta i problemi offensivi della squadra, il ds del Palermo ribadisce anche un paio di assenze importanti: “Lo escludo un intervento sul mercato. Rappresento una società e una certa linea guida, ma il mio lavoro è sempre vigile, devo restare con le antenne dritte ed essere pronto e preparato. Io spero che Quaison e Trajkovski tornino presto, sono due pedine importanti per il nostro gioco d’attacco. Non posso fare i nomi di giocatori che sto monitorando, ma ce ne sono alcuni. I gol di Balotelli a Nizza? Una rondine non fa primavera, ma allo stesso tempo Mario non doveva andare per forza a Nizza per mostrare le sue qualità. Noi abbiamo pensato di portarlo qui per mostrare le sue qualità e infiammare una piazza, così come abbiamo fatto quando abbiamo preso Diamanti. Se Trotta non fosse andato a Crotone, Iemmello sarebbe venuto da noi”.
Proprio Trajkovski e Quaison possono rappresentare la svolta, anche se manca realmente una vera prima punta. Faggiano sostiene che il problema si possa aggirare: “Ci abbiamo provato a prendere un centravanti, forse un po’ più tardi di quanto si dovesse fare. Adesso siamo questi, siamo contenti ma è logico che la stampa o i tifosi non lo pensino. Come società dobbiamo restare uniti, io vedo dei ragazzi forti ai quali dare fiducia, mentre da quando sono arrivato questa fiducia intorno al gruppo non si è mai sentita, non si può negare. Se io prendo un giocatore che l’anno scorso ha fatto 20 gol siamo tutti contenti, ma se durante l’anno non segna ho sbagliato. Al contrario, se uno abituato a fare pochi gol ne fa 20, siamo tutti contenti. Prendere uno svincolato è sempre un punto interrogativo, piuttosto che prendere a caso punto su Nestorovski. Spero che a gennaio i fatti smentiscano tutti”.
E poi, lo 0-3 con il Napoli è arrivato dopo una settimana difficile e contro un avversario duro, come sottolinea lo stesso Faggiano: “Stiamo anche dando un gioco diverso da com’era prima, ci può essere un deficit all’inizio. A questo si aggiunge anche un altro problema, visto che diversi giocatori sono tornati in gruppo giovedì, alcuni venerdì mattina. Contano i punti, non possiamo cercare alibi, ma abbiamo comunque giocato contro un Napoli, che se non arriverà primo in campionato, per me arriverà secondo. Tutti noi ci prendiamo le nostre responsabilità, sono passate solo tre partite, possiamo uscire da questo periodo tutti insieme. De Zerbi con noi si confronta, ma io non gli chiedo mai la formazione perchè non voglio condizionarlo. L’allenatore è lui, le scelte deve farle lui anche quando gli si contestano”.
A Faggiano, la prestazione del Palermo contro il Napoli non è dispiaciuta: “Non posso dire che la squadra non mi è piaciuta, abbiamo giocato un ottimo primo tempo senza passare per le vittime sacrificali. Poi la sfortuna e qualche errore ci hanno punito, ma ricordiamo sempre che eravamo al cospetto del Napoli, che è una grande squadra. Questioni tattiche? Abbiamo tanti esterni di attacco che non possono giocare in un centrocampo a 5, gente come Quaison e Trajkovski devono giocare in attacco. Non possiamo solo pensare a quel che manca, non possiamo piangerci addosso. Adesso siamo questi, dobbiamo andare avanti e dobbiamo cercare di far sì che i giocatori che abbiamo diano il massimo. La mentalità è diversa a livello di lavoro e di tattica, bisogna assimilare le idee nuove e non è facile nell’immediato. Speriamo di fare bene a Crotone, che non è l’ultima spiaggia ma è comunque una partita importante”.
Il direttore sta dunque dalla parte del tecnico, e osteggia chi continua a parlare più degli assenti che dei presenti: “De Zerbi è venuto qui non per giocarsela, ma per costruire un progetto tecnico ben preciso. Ha delle idee e le metterà presto in campo. Quando il mister parla di coraggio si riferisce al prendere l’iniziativa, come un dribbling in più e un passaggio più azzardato. I giocatori che attualmente fanno parte del Palermo sentono parlare sempre di chi manca, e quindi la fiducia viene meno. I problemi ci sono da noi come in altre squadre, sia tra chi deve salvarsi che tra chi si gioca posizioni più alte. Io non dico mai cose per altre, grossi tiri in porta non ne abbiamo fatti, ma dobbiamo lottare con i giocatori che abbiamo. Per me ce la possiamo giocare con tutti. È normale che possiamo migliorare, tutti possono farlo”.
Si parla di singoli, con un Gonzalez che potrebbe diventare il nuovo acquisto per la difesa del Palermo e un Posavec in cerca di riscatto: “Il lavoro del direttore sportivo consiste anche nell’entrare nella testa dei giocatori. Gonzalez non era facile da vendere, ma non si poteva nemmeno svendere. Si trattava di rinforzare delle dirette concorrenti e al tempo stesso di indebolire noi stessi, con scambi non alla pari o cessioni in prestito con diritti di riscatto poco convenienti sul piano economico. Il ragazzo lo conosco poco, ma si vede che è serio ed intelligente, ed era poco convinto da certe destinazioni. Posavec? Dopo il terzo gol ha fatto una parata su Gabbiadini che ha dato molte risposte a chi lo critiche. Su quella conclusione era anche coperto, non era facile in quella situazione, ma noi continuiamo con lui. Parliamo di un classe 1996, ha delle caratteristiche per fare una bella carriera. E poi è stato diversi giorni in Nazionale, dove si è allenato con metodi diversi da quelli precedenti, non ha giocato un minuto ed è tornato qui con un altro allenatore e altri metodi”.
Si torna a parlare del mercato e del tardivo movimento in attacco. Faggiano, oltre a far capire che non è facile fare mercato in certe condizioni, usa anche del sarcasmo: “Se guardiamo solo indietro e in negativo, non possiamo fare niente e non possiamo andare avanti nel lavoro. Se arriveremo a gennaio in una certa maniera, adotteremo delle strategie, altrimenti ne abbiamo pronte delle altre. Ci siamo già parlati e confrontati. Siamo arrivati tardi su determinati calciatori, sia perchè avevano già parlato con altre società oppure perchè i rispettivi club non volevano più cederli, oppure perchè altri non gradivano la nostra destinazione. Tanti difensori in rosa? Vitiello, per farvi un esempio, è il capitano e non ha giocato, ma adotta un atteggiamento positivo. Può essere un problema averne tanti, ma è marginale, questo gruppo mi ha impressionato per la sua unità. Anche Gonzalez, nonostante dovesse andare via, era ed è stimato da tutti qui, tanto che si è pensato di dare qualche grado in più”.
Si chiude così l’inizio di questa avventura per Faggiano. Alla prima esperienza da direttore sportivo in serie A, e subentrato a mercato già iniziato, il salentino ha ammesso di avercela messa tutta fin dal primo minuto: “Si vuole sempre fare di più, anche il presidente mi stimola. È normale che arrivando a mercato in corso, con tutti gli annessi e connessi, mi sono dovuto dare da fare. Ci sono stati giocatori che non sono stati ceduti, e in realtà posso anche essere stato io a non volerli cedere, proprio per non svenderli, come ho già detto per Gonzalez. Io voglio migliorarmi, sono sempre in giro a guardare partite o a lavorare per superare i miei limiti. Darò il massimo per il Palermo, perchè non voglio fare brutta figura”.