PALERMO – La speranza si è spenta in mattinata, quando le sue condizioni, già gravissime, sono precipitate. Salvatore Spera, 43 anni, è l’ennesima vittima della strada a Palermo. Un altro pedone investito ed ucciso, un’altra croce sull’asfalto che fa lievitare numeri che parlano di una vera e propria emergenza.
Ieri sera Spera era stato travolto da un ragazzo di 23 anni che stava guidando una Toyota Aygo: il 43enne stava attraversando la strada, in via Crispi, quando è avvenuto l’impatto che l’ha scaraventato per terra, a distanza di alcuni metri. Il suocero, che lo stava accompagnando al porto, è giunto immediatamente in suo soccorso. Lì, a terra sull’asfalto, gli ha stretto forte la mano per dargli coraggio.
Momenti drammatici, durante i quali le condizioni di Spera erano già apparse disperate. Nel frattempo sono arrivati i soccorsi, poi la corsa in ospedale che ha lasciato la speranza appesa ad un filo soltanto per qualche ora. Dopo una notte di lacrime e preghiere, la terribile notizia: i medici dell’ospedale Civico hanno accertato l’assenza di qualunque attività cerebrale e i familiari sono stati chiamati a decidere su un eventuale espianto degli organi.
Un epilogo che ha gettato nella disperazione i parenti del 43enne, che abitava a Valledolmo, in provincia di Palermo. Dal paese, amici, colleghi di lavoro e conoscenti si sono stretti attorno alla moglie di Spera, con cui l’uomo aveva avuto un bambino che ha soltanto otto mesi. Ma l’uomo lascia anche un altro figlio, nato da un precedente matrimonio. Ieri per lui doveva essere una giornata speciale: dopo una vita trascorsa a fare il muratore, finalmente aveva ottenuto un impiego presso un aeroporto tedesco.
“Aveva il contratto in tasca – racconta il cugino della vittima, Giuseppe Gibiino – era l’occasione della sua vita. Stava per prendere il traghetto, lo stavano accompagnando al porto. Ma il destino, crudele, ha voluto che questo sogno non si realizzasse. Mio cugino era un grande lavoratore, una persona educata, che aveva spirito di sacrificio. Nessuno fa nulla per evitare queste stragi, per garantire la sicurezza ai cittadini. Il Comune deve prendere provvedimenti, rendere queste strade teatro di tragedie, più sicure”.
Al centro delle polemiche, alcune settimane fa, erano finite le strisce pedonali fantasma della città. In viale Strasburgo, dove ad agosto è stata investita una donna, il consiglio comunale aveva puntato il dito contro la segnaletica orizzontale scolorita. Un problema presente in molte zone del capoluogo, dove tra l’altro viene evidenziata anche la carenza di illuminazione pubblica. “Qui – racconta il titolare di un bar di via Crispi – appena tramonta il sole, anche i turisti hanno paura di attraversare la strada. Tra strisce pedonali inesistenti e lampioni spenti, temevamo tutti che ci scappasse il morto. Il problema – aggiunge – è che i provvedimenti vengono presi soltanto dopo le tragedie”.
In via Libertà, dopo la morte di Tania Valguarnera, la scorsa settimana è stato attivato il semaforo che da tempo veniva chiesto a gran voce dai pedoni, soprattutto dai dipendenti dei tanti call center che si trovano in via Cordova. La ragazza il giorno dell’incidente si stava recando proprio lì: era domenica mattina quando fu travolta dal furgone guidato da un commerciante che non si fermò a prestare soccorso. Tania stava attraversando sulle strisce.