“Ghetto per bambini autistici” | Il Comune: “Solo supporto”

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18 Giugno 2013, 19:41

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PALERMO – Un ghetto per bambini autistici? Molto rumore per nulla. Almeno questo si evince dalla replica ufficiale del Comune di Palermo alle esternazioni del deputato nazionale Davide Faraone, che in una nota, si era scagliato contro una mozione, approvata all’unanimità dal Consiglio comunale di Palermo, in merito alla costruzione di una scuola materna “speciale” per bambini autistici. L’esponente Pd, lamenta un tentativo di isolamento nei confronti dei bambini affetti dalla grave patologia, bisognosi, invece, di sostegno e cure. “Il decreto dichiara di basarsi sulle Linee Guida Siciliane del 2007 – si legge nella nota – ma in quel caso non si parlava in nessun modo dell’istituzione di scuole speciali. Il Comune si impegni, invece, ad assicurare i fondi per gli insegnanti di sostegno e per supportare le famiglie dei bambini autistici”.

Il Comune, tuttavia, non è stato a guardare e la sua replica non si è fatta attendere. Ricordando, infatti, che la legge 104/95 vieta espressamente le scuole speciali, l’amministrazione comunale ha specificato che “nessun atto è stato approvato per la creazione di una scuola “riservata” a bambini autistici. La norma approvata lo scorso 22 maggio, dunque, non sarebbe rivolta a ghettizzare, ma a garantire maggiore assistenza. “L’Amministrazione comunale di Palermo – afferma il sindaco – ha instaurato fin dal giorno dopo il suo insediamento, un proficuo e molto partecipato dialogo con le associazioni e le famiglie dei cittadini autistici, con gli esperti che a questi cittadini dedicano il proprio tempo ed il proprio lavoro. Certamente questo rimane il nostro metodo di lavoro e il nostro modo di programmare gli interventi”.

A spiegare, però, meglio la vicenda sono i consiglieri Pietro La Commare, vicecapogruppo dell’Idv, che parla di “Corto circuito comunicativo” e Francesco Bertolino, presidente della commissione Bilancio. “Il testo fa riferimento – precisa La Commare – a una scuola arricchita con professionalità che possano assistere i bambini con questa disabilità. Credo che il fraintendimento sia nato dall’oggetto della mozione: ‘Istituzione scuola materna per bambini affetti da sindrome autistica’, un titolo certamente fuorviante”. “Il Consiglio comunale ha voluto dare un segnale di vicinanza ai bambini affetti da sindrome autistica – aggiunge Bertolino – ma non è affatto previsto che questa scuola sia riservata solamente a loro. Si tratta di una scuola materna in cui, i bambini con queste problematiche, possono ricevere un’attenzione più accurata rispetto a quella garantita dal comune insegnante di sostegno”.

Il testo della mozione in questione, presentata dall’ex consigliere di Grande Sud, Tamajo, propone, “ritenuto di dovere dare pari opportunità educative e di socializzazione a tutti i soggetti frequentanti la scuola materna” di impegnare l’amministrazione comunale “all’istituzione di una scuola materna di sua proprietà ad orientamento cognitivo-comportamentale, con personale specializzato in tecniche validate a livello mondiale (Aba, Teacch, Pecs)”.

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LE REAZIONI
“Nessuno, dotato di un discreto intelletto, ancorchè lettore medio della lingua italiana, può pensare che il consiglio comunale della quinta città d’Italia, sia esso di destra o di sinistra, possa riuscire a macchiarsi del reato morale di ghettizzazione nei confronti di soggetti più sfortunati e meritevoli di tutte le attenzioni cliniche e sociali”. Questo quanto dichiarato dal consigliere Francesco Mazzola, medico e primo firmatario della mozione oggetto di furibonde quanto sterili critiche, intervenendo per puntualizzare il merito della vicenda. “L’equivoco nasce da un’errata trascrizione del testo della mozione che non prevede assolutamente la dizione di “scuola speciale. Il testo della stessa ha per oggetto: l’istituzione scuola materna per bambini affetti da sindrome autistica, ed impegna appunto l’amministrazione comunale all’istituzione di una scuola, di sua proprietà, ad orientamento cognitivo-comportamentale con personale specializzato in tecniche validate a livello mondiale (ABA,TEACCH,PECS ). Per i non addetti ai lavori lo stato dell’arte della materia prevede la famiglia quale principale contesto di riferimento per la persona autistica, ed interviene quale parte attiva nella realizzazione dell’intervento educativo; l’ambiente scolastico (asilo nido e scuola d’infanzia ) permette di trasferire, in un contesto d’incontro e confronto con i coetanei, il lavoro programmato per l’attenzione congiunta, la comunicazione. Spiace constatare come forse una quota della stessa classe medica, finora sopita per 10 anni di guida di centrodestra, abbia volutamente travisato il reale significato dell’iniziativa, fatta poi propria da tutto il consiglio, un fallo di frustrazione. L’interesse verso questo scorcio non proprio piccolo di tessuto sociale, da assistere come parte di noi stessi, ci porterà presto alla formulazione di un ordine del giorno consiliare che, tenendo un’ampia visuale su tutti i tipi di disturbi relazionali, possa operare allo scopo di rendere fruibile a tutti un eguale diritto alla salute”.

“La risposta al caso sollevato ieri circa una mozione approvata in Consiglio per la realizzazione di una scuola “speciale” per bambini autistici è peggiore della notizia stessa – afferma Maurizio Li Muli Presidente della Commissione Affari Sociali e Consigliere della V Circoscrizione – alcuni consiglieri affermano che l’idea era quella di creare una scuola materna da far gestire, pare, ad una Associazione Onlus specializzata. Ora premesso che mi piacerebbe si indagasse di più su questa ipotesi di assegnare una scuola comunale a privati ma comunque non sarebbe questa una scuola speciale, un ghetto? Possibile che i colleghi consiglieri comunali ignorino che una tale scuola “speciale” da un lato attirerebbe i genitori di bambini autistici, vista la presenza di supporti ed insegnanti ad hoc, e dall’altra allontanerebbe gli altri. Possibile che non riescano a comprendere che anni di lotte per l’integrazione e per l’abolizione delle classi speciali, che il Piano regionale per la disabilitá, la non discriminazione, la Convenzione Onu anche per coloro che soffrono di patologie rare e gravissime che causano gravissimi ritardi intellettivi e relazionali, affermano tutte l’importanza di stare tutti insieme uguali tra diversi. E’ vero mancano le risorse ma questa non può e non deve essere la strada da perseguire, continuo a pensare ed auspicare che il Presidente del Consiglio Comunale ritiri in autotutela l’atto approvato. Inviterei anche i Consiglieri che con tanta solerzia si sono premurati a rispondere e parlare di cortocircuito mediatico di occuparsi anche ad esempio delle questioni relative alla totale mancanza di Centri Socio Educativi, per quei, non più ragazzi, disabili gravi e gravissimi che da otto mesi stanno a casa per la chiusura dei loro centri e di pensare a soluzioni che possano risolvere il gravissimo problema della Sad (Assistenza domiciliare) che al momento è solo rimandato a Settembre. Rivolgo anche un appello al Sindaco Orlando che cita “il proficuo e molto partecipato dialogo con le associazioni” tutte, lo confermo anch’io ma rilancio chiedendo ancora di essere parte attiva per la costituzione anche a Palermo della Consulta delle persone disabili, confermando di essere disponibile, gratuitamente, non come politico ma in quanto persona “disabile” per contribuire alla stesura del regolamento, giusto per evitare il ripetersi di goffe figure come questa”.

Il Coordinamento cittadino di Grande Sud Palermo, per voce del suo Responsabile Dipartimento Coesione Sociale e Territoriale, Dott. Luigi Cottone, e del Coordinatore Michele Pergolizzi, esprime dissenso e perplessità in relazione all’approvazione della delibera n. 200 del 22/05/2013 del Consiglio Comunale di Palermo con la quale si intende istituire una scuola materna dedicata ai bambini con Disturbo dello Spettro Autistico e ne si affida la gestione ad una associazione definita “unica realtà territoriale competente”. “La delibera in oggetto – spiegano Pergolizzi e Cottone – viola la legge 517/77 che ha abolito le “famigerate” classi differenziali promuovendo, invece, l’integrazione scolastica degli alunni disabili, e non tiene conto della legge quadro 104/92 per l’integrazione sociale e scolastica del soggetto portatore di handicap, legge definita Faro Legislativo di Cultura Civile in Europa e in tutto il mondo occidentale. Questa delibera riporta indietro gli orologi di anni di lotte civili, proteste e proposte che vengono oggi vanificate. Si torna così alla discriminazione al posto dell’integrazione, all’esclusione, al posto dell’inclusione e pertanto ne chiediamo l’annullamento da parte del Consiglio Comunale. Il Consiglio comunale di Palermo – proseguono i rappresentanti del movimento arancione -, inoltre, definendo come ‘unica realtà territoriale competente’ l’associazione AGSAS (Associazione Genitori Soggetti Autistici Solidali) dichiara contestualmente di ignorare che a Palermo esistono tante altre associazioni che si occupano e sostengono le necessità delle problematiche dei soggetti affetti da Disturbo dello Spettro Autistico che hanno svolto attività di sostegno, impulso e promozione al diritto alla salute e integrazione sociale e che con un colpo di spugna vengono oscurate. Parimenti dimostra anche di non essere a conoscenza che a Palermo esistono Unità operative di NPI (Neuro Psichiatria Infantile) territoriali ed ospedaliere che quotidianamente si occupano degli interventi clinici, terapeutici e riabilitativi e che collaborano unitamente alle associazioni di categoria ai tavoli tecnici regionali e cittadini dedicati. Detti tavoli hanno elaborato Linee Guida regionali in sintonia con quelle nazionali ed europee che non prevedono l’istituzione di classi o scuola “differenziali” che non possono che incrementare emarginazione, isolamento e disagio ai minori affetti e ai loro familiari. Si chiede pertanto – concludono Pergolizzi e Cottone – un ripensamento alla mozione votata, valutando l’opportunità, nel rispetto delle leggi in vigore, di annullarne l’efficacia”.

L’Agsas replica così alle accuse mosse: “In relazione alla delibera comunale n. 200, approvata dal Consiglio Comunale di Palermo in data 22 maggio 2013 ed alle successive dichiarazioni pubbliche rese note a mezzo stampa, l’AGSAS Onlus (Associazione Genitori Soggetti Autistici Solidali) intende precisare (come peraltro già sottolineato dall’amministrazione comunale) di non avere mai avuto l’intenzione di chiedere l’istituzione di classi speciali, poichè da sempre si batte contro la ghettizzazione dei soggetti autistici. La mozione presentata in Comune, in data 11/07/2012 ripresa dalla delibera n°200 ha richiamato l’attenzione citando la 104/92 che ha abolito le scuole speciali sulla necessità di dotare le scuole materne comunali di personale e procedure che garantiscano pari opportunità educative e di socializzazione ai bambini affetti da autismo.” La nota poi continua spiegando il progetto dell’associazione: “L’AGSAS ha presentato in data 04/10/2012 il progetto “Educazione Infanzia”in riferimento all’avviso pubblico da parte del Comune di Palermo “Accordi di collaborazione tra l’amministrazione comunale ed Enti di Privato Sociale per la promozione di attività rivolta a minori di età compresa tra i 2 e i 6 anni” per la realizzazione di interventi educativi cognitivo-­‐comportamentali rivolti sia ai normotipici che a soggetti con disturbo dello spettro autistico; proponendo percorsi educativi/abilitativi nell’ottica dell’integrazione con i soggetti normotipici (legge 104/92), e nel rispetto delle “Linee Guida di organizzazione della rete assistenziale per le persone affette da autismo” (Legge 1 febbraio 2007) e degli standard organizzativi per i servizi dedicati”.

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18 Giugno 2013, 19:41

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