PALERMO – Sarà avviato giovedì 26 febbraio davanti alla seconda sezione della Corte d’assise d’appello di Palermo il processo per il femminicidio di Maria Amatuzzo, la ventinovenne palermitana uccisa a coltellate, nel pomeriggio del 24 dicembre 2022, nella sua abitazione di Marinella di Selinunte.
La donna aveva condiviso la casa, fino a poco tempo prima dell’omicidio, con il marito Ernesto Favara di 65 anni, ex pescatore di Castelvetrano.
Il processo
Per l’omicidio, lo scorso 22 luglio, Favara è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’assise di Trapani, presieduta da Enzo Agate, che ha escluso la sola aggravante dei “motivi abietti e futili”, ma confermato la premeditazione. Il “fine pena mai” era stato invocato dal pm della Procura di Marsala Stefania Tredici.
Prima della camera di consiglio, l’avvocato difensore Margherita Barraco aveva depositato una memoria con la quale chiedeva (senza successo) la derubricazione in omicidio preterintenzionale. Una tesi alquanto improbabile, considerando il numero di coltellate inferte alla giovane, 28.
Il femminicidio di Maria Amatuzzo
Subito dopo il delitto, Favara venne arrestato dai carabinieri, per strada, vicino casa, mentre aveva ancora in mano il coltello sporco di sangue. Maria Amatuzzo, qualche mese prima di essere uccisa, aveva lasciato il marito (attualmente sotto processo, in Tribunale, a Marsala, anche per maltrattamenti familiari) ed era andata a vivere con un altro uomo, Liborio Cammarata.
La vigilia di Natale 2022, la vittima sarebbe stata attirata con un pretesto da Favara nell’abitazione di Marinella di Selinunte: “Vieni a prenderti il cappotto, io non sarò a casa”; ma quando entrò nel garage Maria Amatuzzo venne subito accoltellata.