Circa 200 operai, tra diretti e indotto Fiat di Termini Imerese, stanno manifestando davanti alla succursale del Lingotto, in via Imperatore Federico a Palermo. Alcuni lavoratori hanno lanciato uova contro le vetrine della concessionaria auto. Gli operai chiedono garanzie sui posti di lavoro e sul futuro della fabbrica che Fiat chiudera’ a fine anno. La protesta va avanti da sei giorni con blocchi stradali e presidi.
Arrivano intanto le prime reazioni politiche. “La protesta delle tute blu della Fiat e dell’indotto di Termini Imerese impone un intervento concreto per assicurare stabilità e certezze occupazionali”, dice il deputato del Pd Tonino Russo, che aggiunge: “I 2200 metalmeccanici che lavorano in quell’area sono persone, in carne ossa e sentimenti, non numeri con i quali giocare”. Mentre Maurizio Zipponi, dell’Idv, dichiara: “In un primo momento Marchionne aveva dichiarato di voler investire nello stabilimento siciliano, ma poi ha cambiato idea e ha deciso di chiudere, mentre la nuova Ypsilon, che doveva essere prodotta li’, verra’ fatta in Polonia. Con il risultato che migliaia di lavoratori siciliani verranno mandati a casa. I lavoratori meritano rispetto, solidarieta’ ma soprattutto la seria ricerca di una soluzione. Abbiamo gia’ avanzato alcune proposte: acquisizione dello stabilimento da parte della Regione Sicilia al valore di 1 euro; infrastrutture adeguate, a partire dal porto, con investimenti per 350 milioni di euro e, infine, utilizzo dei 100 milioni di euro di fondi europei messi a disposizione per un bando internazionale di gara”.