La figlia di Riina su Facebook | "Rispetto per il mio dolore" - Live Sicilia

La figlia di Riina su Facebook | “Rispetto per il mio dolore”

La figlia del padrino si difende da chi l'ha accusata di aver compiuto "un gesto mafioso".

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PALERMO – Dopo le notizie legate al suo profilo Facebook, Maria Concetta Riina, figlia del boss mafioso Totò, morto due giorni fa nel reparto detenuti dell’ospedale di Parma, scrive sul social: ”La foto sfondo del mio profilo Fb non vuole affatto essere un messaggio mafioso dove si intima il silenzio , bensì la richiesta di rispettare questo mio personale momento di dolore”. La primogenita del mafioso, nata il 19 dicembre 1974, sul proprio profilo aveva messo la foto di una rosa nera e quella di una ragazza che mima il gesto del silenzio con scritto sul dito davanti la bocca ”shhh”.

Ieri, una sua intervista inedita, realizzata da Pietro Suber nel 2009 è stata trasmessa ieri sera da Quarto Grado su Rete Quattro. La imbarazza parlare di mafia? “Non ne parlo perché penso che se dico qualcosa verrà strumentalizzata come figlia di Totò Riina. Per me non è un problema, a casa mia non l’ho vissuta quella mafia”, ha detto.

Maria Concetta Riina inizia la sua vita per lo Stato italiano, a Corleone, ufficialmente il 15 gennaio 1993, il giorno dell’arresto del padre. Aveva già 18 anni, trascorsi tutti in latitanza, in Sicilia, come tutta la sua famiglia. “Noi – dice Maria Concetta – abbiamo sempre saputo che eravamo latitanti, che mio padre era ricercato per vari omicidi, che noi dovevamo scappare. Per me era una cosa assurda. Giustamente non avevamo una dimora fissa, eravamo un po’ qui un po’ là, non potevamo andare a scuola come tutti gli altri bambini, mia madre era lei ad impartirci le nozioni scolastiche. Ci presentavamo con un altro cognome. Eravamo dei fantasmi”.

La figlia del capo dei corleonesi ha vissuto le accuse contro suo padre come se si trattasse di un estraneo. “Non so quanti ergastoli ha mio padre, si è perso il conto, saranno 12-13. Mio padre dice di essere stato un parafulmine, per tante situazioni, faceva comodo dare tutte le colpe a lui, forse perché sapevano che non avrebbe mai parlato. Gli hanno chiesto tante volte di pentirsi ma lui ha sempre detto un no tassativo”. “E’ una persona che crede in Dio, che è stata battezzata”, dice la figlia a proposito del padre. L’ha mai visto pregare? “No… veramente no”. Infine, alla domanda su che cosa l’abbia offesa di più, la figlia del boss morto ieri ha risposto: “Quando hanno detto che era sanguinario e lo hanno accusato di uccidere perfino dei bambini”. (ANSA).


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Commenti

    E vi sono casi in cui lo Stato è peggio della mafia. Mi riferisco ai casi in cui dalla mafia è venuto fuori qualche “pentito” utile alla Giustizia, e al NESSUN CASO in cui un servitore infedele dello Stato si sia pentito. Si invocano spesso le collusioni tra mafia e Stato, ma nessuno appartenente a quest’ultimo ha mai ammesso le proprie colpe.

    Anche i figli e i nipoti di tutte le persone uccise da tuo zio sono innocenti e immacolati, eppure anche loro hanno pagato per colpe non loro perdendo persone care….

    Sono stato dipendente comunale per 36 anni. ingiustamente licenziato dal sindaco per motivi sindacali, sono stato riassunto dopo 14 mesi a seguito di sentenza del giudice del lavoro di Marsala. Sostenevo la mia famiglia e due figli studiavano all’università. Se non fossi stato riassunto sarebbe stato un disastro. Paragono la mia vicenda di allora a quella della Riina; le auguro con tutto il cuore di vincere la sua battaglia. Non può pagare per il cognome che porta; è solo del suo lavoro che deve dare giustificazione, al Giudice e allo Stato.

    C’è gente collusa che lavora in uffici regionali!!!
    e controllano una che lavora onestamente in una attività privata solo perchè nipote di ….

    Il concetto che esprime è esattamente quello che sta a base delle faide. Ma per fortuna, si tratta di concetti primitivi, che l’evolversi della coscienza umana tende ad eliminare e, comunque, non può stare alla base di una coscienza moderna dello Stato.

    che vergogna lo stato!!!! buona fortuna spero che ce la farai *!!
    commento x la persona di sopra gli innocenti uccisi da suo zio? e siamo sempre li !!! li ha uccisi lei? solo x un cognome deve pagare lei da innocente? non si fanno paragoni ognuno a la sua vita

    @peppinnappa
    il concetto che esprimo io? io non credo che sia tanto primitivo, quando venne ucciso Falcone questa ragazza doveva avere circa 18 anni, io non credo che una 18enne non sia in grado di distinguere il bene dal male ne tanto meno che fosse all’oscuro di tutto e non sapesse cosa faceva lo zio… lei e tutta la sua famiglia non fecero niente per evitare allo zio di essere quello che era e fare quello che fece, questo è il motivo per cui non la ritengo così innocente e immacolata come lei si descrive, anche l’omissione di denuncia è una forma di complicità in associazione a delinquere. Loro sapevano e non hanno denunciato, per cui innocenti non sono affatto.

    Che intervento INUTILE.

    Suo padre “in cuor suo innocente”…

    MA BASTAAAA!!!!

    Cercate su internet una foto di questo paparino innocente…

    Ok, lasciamo perdere i giudizi sulle faide e, daltra parte, non voglio fare il “bacchettone”; ma ecco, che proprio nella sua replica, lei spiega meglio e compiutamente, cosa stia alla base delle faide. In quel suo “credo” (in questo senso, in diritto, si parla, tecnicamente, di presunzione, ciò che si presumeche sia) sta proprio ciò che, nelle faide, si antepone e si pone a giustificazione, della catena delle “vendette”, nei confronti di congiunti di diretti responsabili.

    Ok allora correggo il concetto, il mio “credo” era ovviamente sarcastico, poichè:
    una 18 enne, 17 enne o 16 enne che sia SA BENISSIMO distinguere il bene dal male.
    una ragazza e la sua famiglia SANNO BENISSIMO se lo zio e il padre sono dei mafiosi o meno.

    e lo dimostra il fatto che non si esprime su quanto fatto da padre e zio e parla di fatti già ampiamente dimostrati e per i quali lo zio sta scontando un ergastolo in termini di “cose CONTESTATE a mio zio e mio padre” anzichè in termini di “cose FATTE da mio zio e mio padre”.

    Inoltre anche lei stessa parla del padre come “in cuor suo innocente”, questo in diritto non significa neanche “presumere che sia”, ma piuttosto “sperare che lo sia oltre l’evidenza dei fatti, negando la realtà e cercando di convincersi di qualcosa che va contro la realtà”.

    Poi ovviamente ognuno è libero di pensarla come vuole, io non voglio convincere nessuno, esprimo solo un pensiero sulla vicenda.

    Fatti non parole!
    Vorrei sapere una cosa che onestamente non so: c’è una legge che vieta ad un incensurato di lavorare e vivere onestamente, se è parente anche stretto di mafioso?
    Se si la si applichi e poi qualcuno mi spieghi come si fa ad interrompere la catena mafiosa, se si condannano per legge le stirpi a delinquere per vivere, dato che onestamente non possono farlo.
    Se no, qualcuno troppo zelante dovrà dare delle scuse alla sig.ra Riina: che bella figura che farà la Repubblica! Davvero bella, complimenti.
    Uno stato che non sa fare scontare le pene previste dal codice penale, non può basarsi su pene amministrative inventate per fare giustizia: vergogna!
    O la sig.ra Riina è colpevole di qualcosa, magari di estorsione per aver imposto o fatto imporre la propria assunzione nella concessionaria o è una libera e rispettabile cittadina fino a prova contraria: e come tale deve, anzi DEVE, essere trattata

    Se questa ragazza non viene reintegrata nel proprio posto di lavoro in Italia dovrebbero licenziare il 40% degli impiegati pubblici. in al lupo, e spero che riavrai il tuo onesto lavoro.

    Conosco altri casi uguali, e vi comunico che il giudice del lavoro a rigettato il ricorso del lavoratore condannandolo alle spese processuali!!!!! A voi la riflessione…..,

    Alla faccia della Costituzione che indica l’esistenza delle sole “responsabilità individuali”, negando le responsabilità collettive.

    Se così non fosse tutti i partiti verrebbero chiusi.

    secondo me i figli e i nipoti non hanno nessuna colpa e se fosse giusto che ha fatto il titolare dell’azienda nessuno di quelle famiglie avrebbe potuto lavorare ;direi che ha colpito adesso sta nel carcere e visto che le personne della famiglia e che sono innocenti sono fuori significa ;hanno il diritto per lavorare e per vivere come tutti gli italianni pure che sta adesso nel carcere quando esce deve avere i suoi diritti cosi la giustizia dovrebbe essere no

    del suo lavoro onesto……se sono intervenuti forse hanno qualche prova che interessi non solo professionali esistano, non colpevolizziamo l’operato dei giudici, forse hanno qualche prova in più dei giornalisti che non hanno divulgato

    la gente collusa alla regione o in tutti gli enti….vedi parlamento a Roma purtroppo rimane là, speriamo che spazzano via anche loro

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