27 Maggio 2017, 14:48
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PALERMO – Da un lato c’è un medico che ha ammesso le proprie colpe, che si è reso conto di aver commesso un errore, un errore fatale. Dall’altro c’è una famiglia straziata dal dolore, a cui è stato strappato un giovane papà che doveva essere sottoposto ad un intervento di routine. Un circolo di disperazione che ha come sfondo l’ospedale di Villa Sofia, dove a distanza di alcune ore dalla tragedia, le lacrime rappresentano l’unica risposta a una vicenda imprevedibile.
Ciò che i medici avevano prospettato a Filippo Chiarello, 38 anni, dopo la diagnosi di calcoli alla colecisti, era una semplice operazione chirurgica con un ricovero di tre giorni. Una volta dimesso, sarebbe tornato a casa per riabbracciare la moglie e i suoi due bambini. La famiglia di Chiarello, invece, oggi si ritrova a fare i conti con una realtà inaccettabile. Un incubo cominciato con le parole del chirurgo, ieri uscito dalla sala operatoria con la consapevolezza di essere in una situazione gravissima: avrebbe reciso l’aorta addominale e perforato l’intestino durante l’intervento in laparoscopia.
Il 38enne, titolare di un’officina alla Zisa, è morto dopo sei ore di agonia. Tre arresti cardiaci e danni cerebrali non gli hanno lasciato scampo. Eppure, per affrontare quell’intervento, si era fatto forza. Aveva confidato ai parenti di avere paura, ma non poteva tirarsi indietro: da giorni accusava un forte dolore allo stomaco e l’operazione era stata considerata necessaria. Nessuno avrebbe mai pensato ad un epilogo che lo avrebbe portato via per sempre. Lo stesso che ha fatto uscire dalla sala operatoria un medico che sarebbe stato sconfitto dalle sue stesse azioni.
Sulle fasi dell’intervento chirurgico l’azienda sanitaria vuole vederci chiaro ed già stata aperta un’inchiesta interna: “Siamo addolorati per quanto accaduto – spiegano da Villa Sofia -. E’ stata nominata una commissione che verificherà in tempi brevi le cause del decesso del paziente, al di là dall’ammissione di colpa del medico”. Dall’azienda precisano che “il chirurgo si trova a casa, in forte stato di choc”.
Nel frattempo la Zisa è piombata nel dolore. Tutto il quartiere è stato scosso dalla notizia della morte di Chiarello, molto conosciuto nella zona per via della sua attività commerciale. Tra chi oggi si è recato in ospedale per rendersi conto coi propri occhi di quello che è successo, ci sono amici, vicini di casa, clienti. Le parole vengono fuori col contagocce, la mani tremano, gli sguardi sono increduli, in bilico tra la rabbia e il pianto. E così, diventa più semplice, forse, mettere per iscritto le proprie sensazioni. La pagina di Facebook a cui Filippo Chiarello si dedicava nei suo tempo libero è diventata uno spazio virtuale in cui chi lo conosceva lo saluta per l’ultima volta.
Tra gli auguri ricevuto per il suo compleanno, pochi giorni fa, e le foto che descrivono la gioia per i suoi bambini, si fanno spazio i pensieri di amici e parenti. “Ciao Filippo, che parola strana dire ciao, il destino è stato crudele nei tuoi confronti, sei andato via con Dio. Eri una persona speciale, umile, sincera, allegra. Eri un uomo invidiato da tutti per la tua disponibilità e sincerità”, scrive Andrea. “Ancora non posso credere che l’amico mio non ci sia più – aggiunge Ken – era un ragazzo a cui tutti volevamo bene, eravamo come fratelli, ora non c’è più. Non ci sono parole, credetemi, un ragazzo di cuore, sempre col sorriso sulle labbra. Non riesco a crederci”.
Chi scrive non nasconde la rabbia, non riesce a darsi pace. “Stasera è tanta la voglia di urlare – aggiunge Alessandro – e quindi eccomi a contestare un torto ad un ragazzo che si è presentato al cospetto di Dio senza sapere neppure il perché, senza nessun biglietto o invito, con l’unica colpa di essersi trovato tra le mani sbagliate nel giorno sbagliato. Addio caro cugino, raramente nella vita si ha la possibilità di incontrare persone come te. Conoscerti è stato un privilegio, ricordarti sarà un onore”.
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27 Maggio 2017, 14:48