PALERMO – Persino i biglietti da visita e i necrologi. Fiori e convegni. E viaggi, soprattutto. Anche quelli fuori dalla Sicilia. Spese di rappresentanza, le chiamano. Che almeno venti deputati sui 90 di Sala d’Ercole potranno tranquillamente far pagare ai siciliani. Senza nemmeno passare, come succedeva fino a pochi mesi fa, dall’autorizzazione della presidenza dell’Assemblea.
A fine luglio, il giorno prima della chiusura dell’Assemblea per la pausa estiva, si riunisce il Consiglio di presidenza di Palazzo dei Normanni. Tra i vari punti all’ordine del giorno ecco anche il “regolamento spese di rappresentanza”. Un tentativo di mettere ordine a questi rimborsi. Di assicurare “trasparenza”. Ma anche, in un certo senso, di autorizzare in modo “preventivo” alcune spese. E da quel regolamento esce fuori un po’ di tutto.
Intanto, l’esigenza, fortemente avvertita dai parlamentari, di utilizzare le somme previste come spesa di rappresentanza, appunto, anche per le “trasferte al di fuori del territorio della Regione siciliana riconducibili all’esercizio della carica, diverse dalle missioni autorizzate dal presidente dell’Assemblea regionale”. Già, perché un decreto del presidente dell’Assemblea, disciplina già le “missioni” dei parlamentari, concesse appunto dall’istituzione-vertice del parlamento. A dire il vero, prima i vicepresidenti e i deputati questori avevano l’obbligo di comunicare alla presidenza le trasferte. Gli altri, invece (deputati segretari, presidenti di commissione) dovevano passare dall’autorizzazione del presidente dell’Ars che avrebbe valutato la necessità di quella trasferta pagata dai siciliani.
Adesso, ai parlamentari basterà presentare regolare fattura. Il viaggio è già “autorizzato” dal regolamento. Così, se, mettiamo, un deputato segretario deve rappresentare l’Assemblea, che so, in Estonia, può chiedere tranquillamente il rimborso spese. Un rimborso tra l’altro, facile facile. Basta presentare un documento d’identità e allegare la “documentazione giustificativa attestante la spesa, previo controllo della mera regolarità formale della dichiarazione resa e della documentazione esibita”. Questa la modifica a quel decreto. Un intervento che quindi estende,oltre i confini della Sicilia, la gittata del viaggio “rimborsabile” e lo rende quasi “automatico”.
Come detto, poi, il consiglio di presidenza ha messo nero su bianco le regole per le altre spese di rappresentanza. Intanto, cosa si intende per “rappresentanza”? Il regolamento indica tutte quelle attività compiute “allo scopo di perseguire, nell’ambito dei fini istituzionali, un’adeguata proiezione all’esterno della propria immagine, di mantenere ed accrescere il proprio prestigio, di valorizzare il ruolo di rappresentanza, per fa-re conoscere, apprezzare e seguire la propria attività istituzionale”. Cosa serve allora ai nostri deputati per “mantenere ed accrescere” il prestigio dell’istituzione? Il regolamento lo spiega nel dettaglio.
Intanto, gli eventi: visite di personalità o delegazioni, italiane o straniere; manifestazioni o iniziative in cui l’Assemblea sia tra gli organizzatori od i partecipanti; inaugurazione o eventi; cerimonie o ricorrenze; incontri o visite istituzionali”. Questo, in generale. Ma è nel dettaglio che si trova davvero di tutto. Ai deputati, infatti, potranno essere rimborsati, in quelle occasioni, l’”ospitalità di soggetti investiti di cariche pubbliche e dirigenti con rappresentanza esterna di enti e associazioni a rilevanza sociale, politica, culturale e sportiva o di personalità di rilievo negli stessi settori; soggetti esterni che sono in relazione con l’Assemblea Regionale Siciliana”, le “colazioni di lavoro e consumazioni varie (comprese, ovviamente quelle degli ‘accompagnatori e gli autisti di rappresentanza’)”. Non manca, ovviamente, il “regalino”. Possono essere rimborsati, infatti, “forme di ospitalità o atti di cortesia di valore simbolico (piccoli doni, quali targhe, medaglie, libri, coppe, ecc.) quando derivino da confermata consuetudine o per motivi di reciprocità”, mentre i deputati potranno anche attingere a quei fondi per la pubblicazione di “inviti, manifesti, materiale pubblicitario, inserzioni su quotidiani, servizi fotografici e di stampa in occasione di cerimonie o manifestazioni cui è stato concesso il patrocinio dall’Assemblea”.
Ma non solo lieti eventi. L’Assemblea rimborsa anche gli “atti di onoranza (necrologi, fiori) in caso di partecipazione a lutti di personalità estranee all’Assemblea o di componenti ed ex componenti degli organi dell’Assemblea o dei dipendenti ed ex dipendenti dell’Amministrazione”. Ed è il riferimento alle “personalità estranee all’Assemblea” che fa (anche se l’argomento non è adatto) sorridere: sostanzialmente, insomma, i deputati potranno inviare corone di fiori… a chiunque.
Ma i fiori ovviamente non sono solo segno di eventi funesti. Ai deputati infatti sono rimborsate anche le spese legate alla “cura di allestimenti (imbandieramenti, illuminazioni, addobbi floreali appunto) consegna o invii di omaggi (medaglie, targhe, coppe e altri premi – anche di carattere sportivo – fiori o corone, volumi, presenti vari); organizzazione di mostre, convegni, tavole rotonde o iniziative similari, in quanto riferibili ai fini istituzionali dell’Assemblea e dirette ad assicurare il normale ed adeguato esito di dette iniziative, comprese eventuali spese per affitto locali, colazioni, rinfreschi, ospitalità per gli ospiti partecipanti (relatori o conduttori), rappresentanti della stampa, della Radio e TV; conferenze stampa indette, per fini istituzionali, dai soggetti autorizzati; simbolici donativi ricordo (indicativamente: pergamena, gadget, gagliardetto, omaggi floreali), per anniversari significativi di Associazioni, per quiescenza di personale dipendente; onoranze commemorative ai Caduti in occasione di determinate ricorrenze”.
Saranno circa venti i deputati che potranno attingere ai fondi delle spese di rappresentanza senza, stavolta, chiedere “il permesso” al presidente. Per l’esattezza, oltre ovviamente allo stesso presidente dell’Ars (e al segretario generale, unico burocrate compreso nel regolamento), sono i vicepresidenti, i deputati questori, i deputati segretari, i presidenti di commissione. Un paradosso nel paradosso, se si pensa che proprio queste figure sono destinatarie di un “bonus” aggiuntivo alla propria indennità. Una cosiddetta “indennità di funzione”, che l’ultimo consiglio di presidenza ha ridotto. Ma che corrispondono a cifre comprese tra 1.159 e i 2.700 euro. Mensili. Che si aggiungono alla già povera indennità da 11.100 euro lordi mensili. Sarà per questo, forse, che questi venti super-deputati saranno costretti, stando al regolamento approvato a luglio, a farsi restituire persino le somme relativa per un’altra tipologia di spese di rappresentanza: quelle per i “biglietti da visita e carta intestata”.