Delrio incalza Crocetta | Depuratori, in arrivo i commissari - Live Sicilia

Delrio incalza Crocetta | Depuratori, in arrivo i commissari

Palazzo Chigi scrive al governatore: tre mesi per non perdere 35 milioni, avviare subito il confronto. E intanto per sbloccare cantieri per un miliardo, il governo nazionale prenderà in mano la pratica degli appalti per la depurazione delle acque.

PALERMO – Il governo nazionale incalza la Regione. E chiede a Palazzo d’Orleans di far presto se la Sicilia non vuol perdere definitivamente più di 40 milioni di vecchi fondi Fas. Con una lettera di qualche giorno fa, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio ha scritto a Rosario Crocetta, chiedendogli di avviare da subito un confronto per individuare, entro tre mesi, come spendere parte delle somme sottratte dal Cipe alla Sicilia.

La vicenda è quella raccontata ieri da Livesicilia: una delibera Cipe di quest’estate ha applicato sanzioni alla Regione per più di 71 milioni di euro e revocato risorse per oltre 41 milioni, per via dei ritardi nell’avvio di una serie di opere finanziate dal Fondo di coesione sociale, i vecchi fondi Fas. Una decisione che l’assessorato al Bilancio contesta, lamentando l’arbitraria anticipazione dei termini da parte dello Stato e contro la quale gli uffici di via Notarbartolo hanno chiesto all’ufficio legale della Regione di valutare l’impugnativa.

Le risorse che il comitato interministeriale ha sottratto alla Regione ammontano a più di 41 milioni di euro e dovevano servire a finanziare una serie di opere, tra cui quelle per la discarica di Bellolampo. Roma ha deciso di riassegnare sulla programmazione 2014-2020 le risorse sottratte alla disponibilità della Regione, ma con una decurtazione del 15 per cento, “destinandole a interventi concordati con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, le cui obbligazioni giuridicamente vincolanti dovranno essere assunte entro il 31/12/2015”.

Ed ecco che Palazzo Chigi adesso si fa sentire, invitando Palazzo d’Orleans a far presto a concordare col governo nazionale gli interventi a cui destinare queste somme, che ammontano a più di 35 milioni di euro. “Il Cipe ha disposto che, entro tre mesi dalla pubblicazione della delibera, le Regioni interessate concordino con questa Presidenza un dettagliato elenco di progetti, con obbligazioni giuridicamente vincolanti da assumere in ogni caso entro il 31 dicembre 2015”, scrive Delrio a Crocetta, usando un colloquiale “tu” nella missiva.

“Allo scopo di accelerare la conclusione di tale processo decisionale – conclude la nota di Delrio – Ti propongo di avviare fin da subito il necessario confronto. Gli uffici per il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione economica sono, quindi, a disposizione per gli opportuni contatti con i competenti uffici regionali”.

È l’ennesimo passaggio di un’azione decisa e costante da parte del governo nazionale per imprimere un’accelerazione alla Sicilia nella spesa dei fondi pubblici. Un pressing analogo viene portato avanti da Roma anche per i fondi europei. Per queste risorse statali, invece, è già arrivata una prima stangata, con sanzioni per 71 milioni che la Sicilia perderà nella prossima programmazione. Ora la Regione ha la possibilità di limitare i danni, per non mandarne in fumo altri 35.

Tra le opere finanziate dal Cipe per le quali la Regione è stata sanzionata (le somme non sono state sottratte) ci sono anche alcuni dei grandi appalti per i depuratori. Si tratta in tutto di 93 progetti finanziati con la delibera Cipe 60 del 2012, che ha assegnato alla Sicilia ben un miliardo e 100 milioni per colmare il clamoroso gap col resto d’Italia che è costato una procedura d’infrazione dell’Unione europea. Appalti sui quali in Sicilia si è accumulato ritardo:solo 14 su 93 sono cantierabili secondo il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione, che rimprovera alla Regione la scelta “di individuare le amministrazioni comunali quali soggetti attuatori di poderosi interventi”.

Per non far ammuffire quel miliardo, Palazzo Chigi ha inserito i progetti per la depurazione in Sicilia all’interno del decreto Sblocca-Italia. Per i progetti per i quali alla data del 30 settembre 2014, praticamente dopodomani, non risultino essere stati ancora assunti atti giuridicamente vincolanti, scatterà il commissariamento da parte di Palazzo Chigi. “Servirà a recuperare un ritardo clamoroso e permettere che queste somme restino alla Sicilia”, spiega a Livesicilia Erasmo De Angelis, il responsabile della struttura istituita a Palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico, struttura che si occuperà, attarverso commissari governativi, di accelerare l’iter burocratico dei cantieri. “La settimana prossima incontrerò l’assessore Calleri – spiega De Angelis –, stiamo lavorando con spirito di collaborazione. Nessuna regione europea avrà mai più un miliardo cash, somme che vanno subito prese e trasportate in cantiere”.

La Sicilia deve far presto, altrimenti incapperà in salatissime sanzioni dall’Europa. “Abbiamo calcolato che per la Sicilia si tratterebbe di 185 milioni all’anno – prosegue De Angelis -, bisogna correre in vista del gennaio 2016”.

“L’utilizzo delle risorse del Fondo – si legge nel bozzone dello Sblocca Italia – è subordinato all’avvenuto affidamento al gestore unico del servizio idrico integrato nell’Ambito territoriale ottimale, il quale è tenuto a garantire una quota finanziaria di partecipazione al Fondo a valere sulla tariffa del servizio idrico integrato commisurata all’entità degli investimenti da finanziare”. Un tema, quello delle tariffe, in cui secondo Castiglione, la Sicilia sarebbe ancora indietro e che “non viene adeguatamente affrontata” nel disegno di legge licenziato dalla commissione Ambiente dell’Ars.

Tante incertezze, insomma. Di sicuro ci sono le sanzioni per 35 milioni decise dal Cipe per i ritardi in quattro maxi-opere finanziate dalla delibera 60/2012 (Catania, Misterbianco, Acireale, Fondoverde Giardini). Ora toccherà ai commissari del governo nazionale. La supplenza romana per rimediare al passo lento siciliano, insomma, si fa sempre più frequente.

 

 


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