PALERMO – Acque agitate nel settore della formazione professionale in Sicilia. A preoccupare è la norma inserita nella Finanziaria che abolisce il tetto massimo agli enti per progetti della formazione professionale siciliana. Una decisione che ha già messo in allarme il mondo sindacale (l’Ugl si è già espressa contrariamente) e che mobilita anche il mondo politico. Una riforma che porterebbe a delle “inqualificabili modifiche”, secondo il vicepresidente del gruppo Pd all’Ars, Mario Giambona, che annuncia di aver preparato un disegno di legge per fermare la norma.
Giambona, che depositerà la mozione “non appena la legge sarà pubblicata in Gazzetta ufficiale”, è stato impegnato in un confronto con i rappresentanti dell’organizzazione datoriali: dall’incontro è emersa molta preoccupazione, dato che si andrebbe incontro al rischio di far scomparire gli enti più piccoli (in ballo ci sarebbero 5mila posti, stando alle stime di Ugl).
I rischi
“Le novità introdotte da questa riforma – afferma Giambona – rischiano di far scomparire gli enti più piccoli, creando di fatto un oligopolio che, paradossalmente, penalizzerebbe anche gli enti più grandi. Sono vicino agli enti di formazione della Regione Siciliana e ai loro dipendenti e sono convinto che questa mia iniziativa parlamentare riporterà allo status quo la situazione normativa”.
Il vicepresidente del Pd all’Ars lamenta soprattutto il fatto che si tratti “di una norma esitata nella dichiarata totale inconsapevolezza dell’assessore al ramo nella notte tra l’8 e il 9 di gennaio insieme alla finanziaria regionale. È inaccettabile che materie così importanti e strategiche per la nostra Regione vengano trattate con questa leggerezza. Una riforma di fatto strutturale come questa, prima di approdare in aula, sarebbe dovuta passare dalle commissioni di merito, che ancora una volta vedono svilito il proprio ruolo.”