Ecco perché sono inutili | gli scioperi nella Formazione - Live Sicilia

Ecco perché sono inutili | gli scioperi nella Formazione

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Fabrizio Russo, ex sindacalista dello Snals Confsal e dipendente del Cefop, con la quale vengono messi in evidenza i meriti del governo Crocetta nel settore della Formazione e i motivi per cui bisognerebbe dire "no" agli scioperi organizzati dalle altre sigle.

La lettera
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Fabrizio Russo, ex sindacalista dello Snals Confsal e dipendente del Cefop, con la quale vengono messi in evidenza i meriti del governo Crocetta nel settore della Formazione e i motivi per cui il sindacalista dice “no” agli scioperi organizzati dalle altre sigle.

Egregio Direttore,

Sono un lavoratore della formazione professionale Siciliana, non sciopero e sostengo l’azione del governo Crocetta. Ritengo gli scioperi di questi giorni un’azione a tutela degli interessi economici degli enti e non, al contrario, dei lavoratori.

Infatti, la massiccia e certo non occasionale partecipazione di capi e capetti mi induce a pensare che gli enti abbiano “invogliato” la protesta. D’altra parte, gli scioperi di questi giorni sono solo la punta dell’iceberg di uno strisciante malcontento da parte degli enti verso il Governo Regionale, giunto fino a tentativi di vero e proprio boicottaggio di talune iniziative dello stesso.

Né un ulteriore approfondimento sui motivi, o come si diceva una volta, della piattaforma rivendicativa mi convincono del contrario. Come spesso accade nella formazione professionale Siciliana si è trattato dell’ennesima protesta degli equivoci.

Mettere assieme rendicontazioni degli enti e pagamento degli stipendi arretrati dei lavoratori è l’ennesimo modo per confondere ruoli, competenze e questioni. Come lavoratore, infatti, ritengo necessario che le rendicontazioni degli enti siano sottoposte a rigorosi controlli senza, però, che tutto questo possa determinare tempi biblici.

Altrettanto, ovviamente, ritengo che gli stipendi dei lavoratori debbano godere di corsie altre rispetto ai rendiconti. Mi aspetto già le considerazioni di taluni Soloni , molti anzi moltissimi nel mondo sindacale, che invocheranno vademecum, regolamenti, norme…

Tutte palle ! Questi signori apprendisti stregoni si rifugiano nel tecnicismo solo perché difendono interessi che certo non sono quelli dei lavoratori. Il sindacato sa bene come recuperare e salvaguardare gli interessi dei lavoratori a partire dal pagamento degli stipendi. Ma su questo tema il sindacato della formazione professionale Siciliana ha mancato tanti appuntamenti contribuendo a determinare grave danno ai tanti lavoratori che hanno perso stipendi e lavoro.

A parte i contratti collettivi di lavoro, esistono norme e leggi che tutelano il salario dei lavoratori ma evidentemente esistono per taluni sindacati altre priorità. Nè la preoccupazione intorno al futuro della formazione professionale Siciliana può essere l’argomento nobile che supera perplessità e dubbi.

Che, infatti, permangono. Primo perché non è negli atti nè nelle dichiarazioni del Governo Regionale la presunta destrutturazione del settore meno che mai dei livelli occupazionali, secondo perché questo Governo e, paradossalmente, non il sindacato si è posto il tema, oggi più che mai centrale, del reintegro nel circuito formativo delle migliaia di lavoratori licenziati. Si obbietterà che il Governo non ha ancora tradotto in fatti concreti le dichiarazioni d’intento, obiezione che peraltro ha fondamenta solide e condivise.

Tuttavia perché non dare credito ad un governo che al contrario di quello precedente ha manifestato attenzione alle ragioni dei lavoratori? Per il duo Centorrino-Albert i lavoratori erano fantasmi e la Pubblica Amministrazione Regionale assurgeva ad un mero ruolo notarile omettendo perfino il ruolo di soggetto di controllo sugli enti della formazione professionale.

Oggi mi pare che le cose stiano almeno a parole in modo diverso. Registriamo da parte di Governo e Dirigenti un altro clima,un’altra musica. Ma allora perché lo sciopero?

Diciamocela tutta: è stato lo sciopero dei soldi dell’avviso 20 che, a giudicare da quello che succede, non servono per pagare i dipendenti ma per esempio a finanziare giornali cambiandone la linea editoriale oppure per continuare lo shopping degli anni precedenti cioè per comprare enti come per esempio il Cefop che con i milioni di euro dell’avviso 20 evidentemente continuano a suscitare appetiti.

Ma non dovrebbero essere no-profit questi enti? Cioè garantire per statuto una buona formazione e i livelli occupazionali? Evidentemente i tanti Soloni della formazione professionale Siciliana ci vogliono far credere che siamo “regionali” quando dovrebbero pagarci lo stipendio e “ privati” quando invece attivano le procedure di licenziamento ai sensi della legge 223.

A proposito, ma doveva essere proprio un Governo ad intimare l’applicazione delle normative regionali in materia di esuberi? Ed il sindacato? Loro, Egregio direttore, cioè gli enti della formazione professionale Siciliana insieme ai loro amici sindacalisti e politici, non ci vogliono mettere nulla.

Vogliono solo continuare a macinare milioni. Ma quanto e costata la formazione professionale Siciliana dal 1976 in poi al contribuente? E dove sono finiti i soldi ? Magari potrebbe essere il prossimo dossier per la rivista S che ne pensa?

Distinti saluti.

Fabrizio Russo


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