Forza Italia triste, solitaria y final - Live Sicilia

Forza Italia triste, solitaria y final

Il partito perde pezzi e alleati. Ed è pronto a varare nei prossimi giorni un nuovo ufficio di presidenza. Ma sempre attorno a Enzo Gibiino. Scoma: "Bisogna cambiare"

PALERMO – Gli ultimi a salutare in Sicilia sono stati Saverio Romano e Giuseppe Ruvolo, che hanno aderito al gruppo Ala di Denis Verdini. Cioè sono passati sotto l’ala di Matteo Renzi. Con l’uscita dei due esponenti del Cantiere popolare, Forza Italia e il vecchio centrodestra siciliano perdono ancora pezzi. E malgrado i propositi di riorganizzazione, l’immagine che i berlusconiani offrono è quella di un partito alla deriva, marginale sulla scena politica e sempre più isolato.

Un tempo non troppo lontano Forza Italia in Sicilia era il centro di una coalizione pigliatutto. Oggi, è persino difficile capire chi sono o potranno essere gli alleati degli azzurri. In occasione dell’addio di Romano, il capogruppo all’Ars Marco Falcone auspicava: “Pur comprendendo un suo certo stato di disagio, auspico che il suo percorso sia comunque all’interno di un centrodestra alternativo alla sinistra, a Roma come a Palermo”. Un auspicio che sa di utopia. I buoi sono scappati e la grane fuga verso il Partito della Nazione renziano (o una sua costola neocentrista, se l’Italicum cambierà) è già in corso. E non coinvolgerebbe solo Cantiere popolare. Anche pezzi di quel che resta dell’Mpa risentirebbero dell’attrazione fatale renziana. Forza Italia così rimane sola, con un unico alleato, Nello Musumeci e il suo progetto #Diventeràbellissima. Poi, solo deserto, o poco più, visto che Noi con Salvini, la parrocchia leghista del sud, è ancora allo stato embrionale.

“Una cosa è certa: il nostro avversario si chiama Partito democratico. Possiamo costruire un’importate piattaforma per attirare i cittadini. In questo, noi guardiamo ai moderati”, dice con ottimismo Falcone. Sì, ma quanti moderati resteranno dopo che Renzi avrà finito di fare il pieno? Ncd, ad esempio, è già finita nell’alveo renziano. Anche se tra gli alfaniani non mancano i malpancisti. E a questi guarda Forza Italia, che spera in un ritorno a casa di vecchi compagni di viaggio per serrare i ranghi. Ma è difficile pensare che dalle macerie del centrodestra siciliano possano ricostruirsi cattedrali solo col ritorno di qualche senatore o deputato nazionale che non troverà posto nella nuova alleanza renziana.

Prima delle amministrative qualche dirigente si era mosso contro il coordinatore regionale Enzo Gibiino. Dopo quella tornata elettorale, dove il simbolo di Forza Italia si vide poco in giro, è calato il silenzio. Rotto solo da Francesco Scoma. Che qualche giorno fa è tornato a definire “la gestione di Forza Italia in Sicilia ad oggi oggettivamente inesistente”. Per Scoma “Berlusconi ha mandato più che un organizzatore, un liquidatore che sta spegnendo quel poco di entusiasmo e di consenso che ancora esisteva”. Una posizione che ha registrato il consenso dei club Forza Silvio e la replica di Gibiino, che ha accusato Scoma di spendersi poco per il partito.

Già, il partito. Che ha ancora un suo zoccolo duro di classe dirigente composto da catanesi ed ex An (tra cui l’eurodeputato Salvo Pogliese che studierebbe da candidato governatore). Ci sono poi veterani defilati come Stefania Prestigiacomo, e new entry come Riccardo Savona e Vincenzo Figuccia. Una delle accuse di Scoma riguarda il difetto di organizzazione. In questo senso Falcone annuncia novità: una riorganizzazione del coordinamento regionale e un nuovo ufficio presidenza a cinque. Tutto dovrebbe prendere corpo nelle prossime due settimane e prcedere una convention di due giorni a Cefalù a metà novembre per parlare di contenuti e alleanze.

Al timone, però, resterà ancora Enzo Gibiino. Il senatore col pallino delle Ferrari fu accreditato dalla stampa nazionale al momento della nomina del gradimento di Francesca Pascale. Che Gibiino pubblicamente lodò con tanto di comunicato un anno fa per le sue uscite in favore dei diritti civili. Malgrado le critiche dei mesi scorsi, che finirono nero su bianco in una lettera di alcuni dirigenti recapitata a Berlusconi, sarà lui a restare al vertice di un partito in cerca d’autore. “Senza uomini e organizzazione un partito non può andare. E in due anni di gestione Gibiino non ci sono state aggregazioni, bisogna cambiare”, insiste solitario Scoma.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI