Ha patteggiato la condanna a due anni, pena sospesa, l’ingegnere Pier Giorgio Ingrassia, arrestato a marzo scorso assieme al deputato regionale Pd Gaspare Vitrano fermato dalla polizia per concussione mentre intascava una mazzetta di diecimila euro da un imprenditore.
Il gup Riccardo Ricciardi ha accolto le richieste dei legali, Ugo Castagna e Giovanni Di Benedetto, a cui iI pm Maurizio Agnello aveva dato parere favorevole anche in virtù delle ammissioni di Ingrassia, sentito per tre volte dai procuratori. Durante gli interrogatori Ingrassia ha confermato il suo ruolo da intermediario tra l’imprenditore del fotovoltaico che aveva cantieri a Roccamena (Palermo) e Francofonte (Siracusa) e il deputato del Pd che si sarebbe “interessato” per far viaggiare più velocemente le pratiche burocratiche degli impianti che devono ottenere ben 23 autorizzazioni.
“Non è che ci fossero richieste esplicite, ma nell’ambiente uno lo sa come ci si deve comportare – ha detto Ingrassia durante l’interrogatorio di garanzia – Vitrano mi aiutava a muovermi nei meandri della burocrazia. E’ vero, mi agevolava, ma dandomi soprattutto indicazioni, accompagnandomi negli uffici o, ancora, presentandomi i funzionari”. Per questo, ha detto ancora Ingrassia, “avevo pensato che ci dovevamo sdebitare”. Proprio Ingrassia ha parlato di “regalini” da fare ai politici che “aiutavano” gli imprenditori. Il gup ha rigettato la costituzione di parte civile dell’Ordine degli ingegneri. Il processo a Gaspare Vitrano inizierà invece il 7 novembre davanti al Tribunale di Palermo.