PALERMO – La salma di Gaetana Priolo è tornata a casa. A Brancaccio, il quartiere dove ha vissuto la sua breve vita. Sul corpo della diciottenne è stata eseguita l’autopsia. È durata quasi quattro ore. Oltre al medico legale era presente un dentista. Perché la fascite, l’infezione polmonare che l’ha uccisa, potrebbe essere stata provocata da un banale mal di denti. In effetti le prime considerazioni del medico legale parlano di un ascesso degenerato in un’infezione “verticale”. Una situazione che ha sorpreso lo stesso perito. Non è un caso consueto, tutt’altro, quello che e’ costato la vita alla povera ragazza.
Sul decesso la Procura ha aperto un’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dal sostituto Claudio Delazzaro, a carico di ignoti. Il reato ipotizzato è omicidio colposo. I periti – professori Cardia e Barone – hanno chiesto novanta giorni di tempo per stilare il referto. Nei giorni scorsi i carabinieri del Nas avevano sequestrato la cartella clinica. Sarà l’esame istologico a dare un quadro più completo. Si capirà soprattutto se la tempistica della somministrazione dei farmaci sia stata quella corretta. Da qui la necessità di confrontare i risultati dell’esame con quanto annotato nella documentazione sanitaria della ragazza.
La ragazza è morta il 9 febbraio all’ospedale Civico dove era ricoverata dal 24 gennaio. Prima era stata visitata in altre strutture ospedaliere della città. Non si è attivata solo la magistratura. Anche l’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, ha avviato un’indagine interna: “Attendiamo di acquisire tutta la documentazione dai nosocomi interessati. L’impressione è che si sia trattato di una tragedia evitabile con una corretta prevenzione”.
“Una tragedia evitabile”, è la stessa tesi sostenuta dai familiari di Tania che hanno presentato una querela tramite l’avvocato Giulio Bonanno. Fuori dalla Medicina legale del Policlinico continuano a ripetere che “non si può morire per un mal di denti”. I funerali saranno celebrati lunedì nella parrocchia di San Gaetano a Brancaccio.