PALERMO – Non si può dire che per ora alla Gesap il clima sia dei più tranquilli. Dopo le polemiche dei sindacati contro la vendita della società e della sua partecipata, la Gh Palermo, stavolta tocca al bando per la vigilanza armata dello scalo finire nel mirino dei rappresentanti dei lavoratori.
Si tratta di un servizio finora svolto dalla Ksm, ma in proroga perché scaduto da circa un anno, e che verrà appaltato per cinque anni al costo di 20 milioni di euro. Un cifra assai appetibile, che avrebbe già suscitato l’interesse di grandi gruppi nazionali e anche di qualcuno estero: comprende in pratica il controllo dei bagagli e dei passeggeri, ma anche di merci, posta e forniture. Ma a far storcere il naso ai sindacati è proprio la decisione di affidare ancora a esterni un servizio che, a detta loro, potrebbe essere svolto anche con personale proprio.
“Apprendiamo che la Gesap, in controtendenza rispetto a quanto dichiarato ai tavoli nei mesi scorsi – dicono Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Cisal – procede ancora una volta senza confronti né informative ad appaltare a terzi servizi che potrebbero essere svolti da personale in forza alla società di gestione, aprendo le porte alla stabilizzazione di personale che da anni lavora nello scalo per le stagionalità. Il bando per la gestione della sicurezza aeroportuale è infatti stato pubblicato senza alcun confronto con le organizzazioni che da tempo chiedono di svolgere il tutto in auto-produzione, come peraltro avviene in altri scali, come Catania, con dei semplici corsi di riqualificazione del personale e con risparmi di gestione. Dai nostri calcoli, così facendo, si risparmierebbe il 25 per cento della quota annua messa a bando, potendo addirittura assumendo il personale della Ksm realmente necessario per la garanzia del servizio. Prendiamo ancora una volta amaramente atto che i vertici della Gesap a mezzo stampa dichiarano aperture di facciata, salvo poi nei fatti procedere speditamente seguendo logiche non di dialogo, né di confronto”.
In effetti, sul proprio sito la Sac, società che gestisce lo scalo etneo, afferma di svolgere il servizio con personale proprio formato da aziende specializzate. Gesap, invece, si avvale di Ksm (che opera anche su Trapani, Pantelleria e Lampedusa) che sul proprio portale web definisce il servizio a Punta Raisi il proprio “fiore all’occhiello”. “Il nostro personale è dimensionato rispetto alle nostre esigenze – replica Dario Colombo, amministratore delegato della Gesap – inoltre per espletare in proprio il servizio servirebbe personale specializzato attualmente non presente in organico e che andrebbe comunque formato, il che comporterebbe costi aggiuntivi. Il bando ha lo scopo di individuare chi possa compiere un servizio specializzato al minor prezzo: in questo modo anzi si risparmierà. In caso contrario, aggraveremmo i costi sulla società. Queste aziende si assumono inoltre tutte le responsabilità della sicurezza e dei controlli, come avviene nella maggior parte degli aeroporti italiani”.
“A interessarsi al bando sarà sicuramente anche la Ksm che gestisce oggi il servizio – continuano i sindacati – e che detiene con un’altra società del proprio gruppo quote azionarie della società di gestione e al riguardo verificheremo con i nostri legali l’opportunità di opporci ad un processo che vede la Gesap , soggetto che nei fatti è di dominanza pubblica, cedere, seppur attraverso un bando, un appalto ad uno dei propri soci. La nostra richiesta è che il cda ritiri in autotutela il bando e verifichi percorsi alternativi attraverso un confronto con le rappresentanze sindacali aeroportuali”.
