“Un detto dice che la cosa o si aggiusta o si rompe. E se si rompe, si rompe tutto”. Leoluca Orlando risponde con una battuta a chi gli chiede notizie sul futuro della Gesip e sull’eventualità che il governo Monti possa non dare il via libera al piano di risanamento della società partecipata. Ieri il primo cittadino è stato a Roma, come era stato annunciato, “ma non ho incontrato nessuno, ero nella Capitale per altri motivi”.
Si infittisce così il mistero intorno al destino dell’azienda che a Palermo si occupa di svariati servizi, tra cui il canile e il cimitero dei Rotoli. Ieri Orlando ha scritto una lettera al capo del governo, chiedendo un incontro e soprattutto sperando che Monti oggi venisse a Palermo per affrontare la questione Gesip che si lega a doppio filo alla situazione finanziaria della quinta città d’Italia. Peccato che il premier si sia limitato a un collegamento in videoconferenza con il convegno dell’Acri.
Il concetto però è chiaro: o il governo viene in soccorso di Palermo, dando il via libera a un piano che prevede una dotazione a scalare nel prossimo quinquennio, o il comune rischia la bancarotta. “In atto il comune è fallito, abbiamo pure il problema degli stipendi”, ha detto Orlando conversando con alcuni impiegati dell’ufficio Anagrafe a margine di una conferenza stampa.
E a questo punto il futuro della Gesip, e probabilmente dell’intero comune, è nelle mani del governo Monti. “Dovranno decidere – ha spiegato il Professore – e la scelta, in un senso o in un altro, avrà delle conseguenze. L’essere un esponente Idv creerà problemi al rapporto con Monti? Il mio partito si chiama Palermo”.
Sul bilancio il primo cittadino è categorico: ad approvarlo deve essere il consiglio ancora in carica. “Domani verrà pubblicata una norma regionale che risolverà i tutti i problemi”, ha detto il Professore senza fornire ulteriori spiegazioni.
Orlando si è poi soffermato sulla questione dei presunti brogli alle ultime comunali – “si facciano le dovute verifiche, ma credo che la questione riguardi le liste e i consiglieri, non il sindaco” – e sui futuri assetti regionali. “Seguirò con attenzione la vicenda regionale – ha aggiunto il Professore – di certo la foto di Vasto non può resistere alle nomine dell’Agcom e al salvataggio di De Gregorio. Dopo quanto successo qui, in Sicilia e in Italia le cose non saranno più le stesse. Ci vuole la foto di Palermo, dove si è dato uno schiaffo ai partiti che non hanno compreso di essere inadeguati. Qui la protesta si è trasformata in proposta politica, io sono Monti e Grillo allo stesso tempo”.