PALERMO – Dieci uomini e due donne: la giunta designata da Nello Musumeci non si può certo definire “rosa”. Sono infatti soltanto due, Mariella Ippolito e Bernadette Grasso, le donne indicate come assessori dal neo governatore del centrodestra. Una delle due “donne di Musumeci”, peraltro, si occuperà di una delega spesso di appannaggio femminile: Mariella Ippolito, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Caltanissetta e candidata non eletta nella lista dei Popolari e autonomisti, si occuperà di Famiglia. Alla messinese Bernadette Grasso, già parlamentare regionale ed ex sindaco del suo paese Capri Leone, andrà invece la delega alle Autonomie locali: sarà suo, tra gli altri, il compito di metter ordine nel caos Province lasciato dalla precedente legislatura.
Sul fronte “quote rosa”, però, Musumeci ha comunque fatto meglio di Raffaele Lombardo che dieci anni fa nella sua squadra aveva scelto come presenza femminile soltanto l’ex magistrato Caterina Chinnici, a cui aveva affidato la delega alle Autonomie locali e alla funzione pubblica. Molte donne, invece, nei diversi governi Crocetta che si sono avvicendati a Palazzo d’Orleans: tra un rimpasto e l’altro l’ex governatore si è circondato di ben sedici ‘assessore’: alcune fedelissime sono rimaste con lui fino all’ultimo, vedi Mariella Lo Bello, autentico braccio destro; altre hanno mollato in corsa, come Lucia Borsellino; altre ancora sono state fugaci apparizioni, come Francesca Basilico D’Amelio, rimasta soltanto per cinque giorni alla guida dell’assessorato all’Economia, o Aurora Notarianni, arrivata ai Beni culturali quando mancava poco più di un mese alle elezioni regionali.
Non che avere una giunta dalla forte impronta femminile sia un metro di giudizio per il merito, ma mentre le altre regioni d’Italia si adeguano a una legge nazionale del 2016 per la “promozione del riequilibrio tra entrambi i generi” nelle Istituzioni, le “quote rosa” nella politica siciliana faticano a decollare.