08 Dicembre 2020, 06:04
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PALERMO – Prendi un paio di assessori, rimescola qualche delega, monitora la tenuta della maggioranza e calcola bene i tempi: il rimpasto è servito. Ricette a parte, qualcosa a Palazzo d’Orleans in effetti sembra bollire in pentola. Rumors sempre più insistenti indicano l’imminente l’ingresso in giunta di due nuovi assessori azzurri.
Forza Italia sarebbe interessata a sostituire la titolare delle Autonomie Locali, Bernardette Grasso, e l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera. A spuntarla dovrebbero essere, secondo i bene informati, il nisseno Michele Mancuso e il mazarese Toni Scilla: entrambi molto legati al presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè. Ipotesi che avrebbe trovato il benestare del governatore Musumeci. L’addio di Grasso, però, creerebbe un problema in termini di rappresentanza femminile all’interno della giunta. E qui si apre il vaso di Pandora delle quote rosa. L’idea di inserire in squadra la deputata azzurra Margherita La Rocca Ruvolo, politico con le carte in regola per accaparrarsi in potenza l’assessorato alla Sanità (Razza tiene nonostante le polemiche delle ultime settimane), sembra essere tramontata. Galeotto fu il passaggio dall’Udc ai berluscones. Il perché è presto detto. Scorrendo le cronache recenti si ritrova un precedente: la mancata nomina di Orazio Ragusa saltata per un veto posto sui cambi di casacca. Il deputato, papabile assessore, infatti, era da poco transitato da Forza Italia al Carroccio. “Non può passare l’idea che si cambia gruppo e si fa l’assessore”, dicono a mezza bocca autorevoli voci della maggioranza. Un ritocco potrebbe riguardare anche le deleghe. Musumeci permettendo. Forza Italia potrebbe rinunciare all’Agricoltura, vecchio pallino della Lega ma anche degli autonomisti (che sarebbero disposti cedere l’assessorato al Lavoro e alla famiglia). Solo una suggestione? Il tempo aiuterà a capire.
Ma la domanda delle domande che riecheggia nelle stanze palermitane è una sola. Tenuto conto dell’exploit di Miccichè che in queste settimane ha visto ingrossare le fila azzurre, Forza Italia avanzerà ben altre richieste? I forzisti smentiscono apertamente, ma è innegabile che i quattordici deputati azzurri sono un segnale, numerico e simbolico, molto chiaro. Lo sanno bene gli onorevoli dell’Udc che si ritrovano con un gruppo molto ridimensionato. E i numeri in politica non sono inutili orpelli, ma sostanza. Le bocche al momento restano cucite. Una poltrona a rischio potrebbe essere invece quella del catanese autonomista, Antonio Scavone. Già pronto a scaldarsi a bordo campo per entrare al posto di Scavone ci sarebbe Roberto Di Mauro “battitore libero” forte del risultato alle Amministrative di Agrigento quando contro tutte le previsioni dei bookmaker ha tirato la volata al candidato vincente, l’outsider Franco Miccichè. Il posto del collega centrista Toto Cordaro si vocifera tra le sale dell’Ars sarebbe invece più che blindato. Diverso il caso di “Ora Sicilia”, voci di corridoio insistono su un’intensa interlocuzione tra Luigi Genovese e l’assessore Razza. Il gruppo ormai ridotto all’osso dopo gli ultimi cambi di casacca potrebbe nonostante tutto ottenere un rappresentante in giunta.
L’operazione però potrebbe scontentare qualcuno, ma soprattutto rimarcare l’idea di un rimpasto in piena regola. E, complice la difficile congiuntura sanitaria, Musumeci vorrebbe evitare stravolgimenti plateali. Del resto si gioca una partita nella partita, sotto traccia c’è la ricandidatura di Musumeci che crea qualche mal di pancia tra gli alleati. Ma eventuali frondisti sanno che è presto per uscire allo scoperto, soprattutto in assenza di figure alternative (al momento non pervenute). E allora meglio concentrarsi sull’intramontabile “hic et nunc”.
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08 Dicembre 2020, 06:04