Ieri hanno esagerato e lo ammettono gli studenti universitari di Palermo protagonisti del lancio di fumogeni, pietre e cariche contro i poliziotti che presidiavano la presidenza della Regione. “La nostra forma di protesta è stata forte e impegnativa, i ragazzi l’hanno apprezzata – spiegano gli studenti di Lettere, alla testa del corteo di ieri – ma alcune cose si potevano evitare, come il lancio di pietre. Non credo che in ogni caso questo abbia causato una dissociazione in massa dalla manifestazione, come è stato raccontato. Anzi il numero dei partecipanti è aumentato con il passare delle ore per poi scemare fisiologicamente quando siamo tornati alla cittadella universitaria”.
Del resto, i ragazzi avevano concordato insieme questa forma di protesta, che potrebbe anche ripetersi dopo le vacanze di Natale. “Lo sapevano – dice Giorgio Martinico, portavoce della protesta – quindi non capisco questa dissociazione. Poi è normale che in momenti concitati non è facile tenere tutto sotto controllo e impedire la libera manifestazione di piazza”.
Per oggi non è prevista, anche in caso di approvazione del ddl Gelmini al Senato, nessuna forma di protesta. Gli studenti universitari si vedranno a Lettere ma solo per fare il punto della situazione e per sciogliere l’occupazione della facoltà. Altre forme di protesta verranno messe a punto dopo le vacanze. “Abbiamo bisogno di metterci tutti attorno un tavolo, anche con gli studenti medi, e capire il da farsi – conclude Martinico – Una cosa è certa: non ci fermeremo finché questo governo non se ne andrà a casa”.