PALERMO – Una buona notizia per i 61 ex dipendenti di Migliore che potrebbero essere reimpiegati nel punto vendita di viale Regione siciliana a Palermo. Secondo fonti sindacali, stamattina il gruppo Geico, che amministra il centro ‘Casa Crea’ degli imprenditori Bellavia, ha avanzato una nuova proposta per la cessione dei rami d’azienda dell’ex Grande Migliore.
“Quella di questa mattina è un’ottima notizia – sottolinea Mimma Calabrò, segretario Fisascat Cisl – e ovviamente è stata accolta con grande gioia dai lavoratori che, per dare un segnale di collaborazione, hanno deciso di darsi da fare ristrutturando la facciata del centro commerciale. Il loro obiettivo è quello di facilitare il più possibile il processo di riapertura e reinserimento al lavoro”.
La nuova offerta da parte degli imprenditori Bellavia, che hanno già rilevato il ‘centro Notarbartolo’ e il ‘centro Migliore’ di Trapani, arriva con inaspettata tempestività dopo la bocciatura, proprio l’altro ieri sera, di una prima proposta reputata non congrua dal comitato di sorveglianza. Nei giorni scorsi infatti i 61 dipendenti interessati dalla ripresa delle attività del centro Grande Migliore si erano preparati a tornare in servizio già dal prossimo dicembre, come preventivato in funzione della precedente proposta inoltrata dalla Geico. Mercoledì a tarda sera era arrivata la doccia fredda con la bocciatura da parte del comitato del piano industriale e ieri era iniziata una protesta che già nella mattinata aveva portato i lavoratori a occupare l’ex centro commerciale di viale Regione Siciliana.
La velocità con cui gli imprenditori Bellavia hanno presentato un nuovo piano di acquisizione denota chiaramente un forte interesse verso il completamento di un processo che già a partire dagli inizi del 2012 aveva portato al salvataggio di 90 dipendenti a fronte di altri 170 ad oggi ancora in cassa integrazione. La famiglia Bellavia è stata infatti l’unica a presentare una proposta di rilancio delle attività di Grande Migliore seppur con un piano economico fortemente al ribasso rispetto alle cifre definite dal bando. Quella di oggi dunque “rimane l’ultima possibilità di salvezza per 61 dipendenti e per altrettante famiglie in gran parte monoreddito – chiarisce la Calabrò -. Adesso non ci rimane che attendere la valutazione del comitato di sorveglianza sperando che tutto vada per il meglio”.