PALERMO – Sono troppe le cose “poco chiare”. C’è una sentenza del Tar che ha messo in luce errori imbarazzanti e c’è una decisione, quella di non appellarsi a quella pronuncia che puzza di bruciato. E così, sul caso “Humanitas” entra a gamba tesa anche il leader siciliano dell’Udc, Gianpiero D’Alia, tra gli alleati più costanti (fu lui ad anticipare il Pd lanciando verso Palazzo d’Orleans Rosario Crocetta) e oggi, col suo partito, capace di presentare in giunta due assessori (Ettore Leotta alla Funzione pubblica e Giovanni Pizzo alle Infrastrutture). Oggi, però, il big centrista lancia un appello proprio a quella maggioranza, con cui aveva già polemizzato un anno e mezzo fa, quando esplose il caso dell’autorizzazione concessa dal governatore e da Lucia Borsellino: “Questa vicenda merita un chiarimento politico e decisioni forti”.
Che vuol dire, onorevole? Cosa non l’ha convinta del caso Humanitas?
“Ho letto con attenzione la sentenza del Tar che ha annullato la revoca a quell’investimento. Credo sia molto discutibile e ritengo che il governo debba presentare appello al Cga”.
Non sembra che Crocetta sia intenzionato a compiere questo passo. Ha detto, sostanzialmente, che il Tar con quella sentenza “obbliga” il governo a dare il via libera all’investimento.
“Quella pronuncia in realtà dice diverse cose. Innanzitutto che l’annullamento degli atti che hanno portato alla revoca dell’investimento di Misterbianco sono legati a violazioni dell’iter amministrativo. Errori marchiani, incredibili. Se fosse vero, credo sia necessario intervenire con forza”.
In che senso?
“Non è possibile farsi bocciare un atto per aver ‘dimenticato’ di notificare all’azienda l’avvio del procedimento di revoca e persino la revoca stessa. Mi aspetto che i burocrati interessati a quel procedimento siano immediatamente sanzionati e puniti”.
Lei parla di errori marchiani. Forse anche “troppo” evidenti, onorevole?
“Capisco cosa vuole chiedermi. E io non sono in grado di dirle se si sia trattato di una colpevole omissione o di un legittimo ripensamento. Posso dirle, sulla base della mia esperienza professionale, che si tratta di provvedimenti suicidi”.
E il suicidio, di norma, è volontario.
“Sì, il suicidio di norma è volontario”.
In qualche modo questa impressione, cioè che il governo non sia così dispiaciuto della “bocciatura” del Tar, è confermata dalla scelta annunciata dal governatore di non presentare appello contro quella sentenza.
“Il punto è proprio questo. Sono stati compiuti degli svarioni procedurali incredibili. Se il problema è solo quello, il governo deve necessariamente appellarsi al Cga. Altrimenti, si dica che si vuole quell’investimento. E lo si faccia apertamente, assumendosi ogni responsabilità, anche di natura politica. Il problema qui non è Humanitas, che è un’azienda importante, che opera in tutta Italia. Qui il tema riguarda i rapporti tra esecutivo e maggioranza”.
A proposito di esecutivo. A essere stati bocciati sono atti proposti dall’assessore Lucia Borsellino. Che responsabilità le attribuisce?
“Io non posso che ribadire quanto detto qualche giorno fa: per me Lucia Borsellino è il miglior assessore possibile in questo momento. Ma c’è un problema, evidentemente”.
Che problema?
“Io ritengo che la Borsellino abbia le idee molto chiare. Ma non sia messa nelle condizioni di agire autonomamente”.
Insomma, la politica, la sua maggioranza limiterebbe la libertà dell’assessore.
“E’ così. Non si può dire pubblicamente che l’assessore sta facendo bene, che l’assessore non si tocca, ma nello stesso tempo non metterla nelle condizioni di operare come vorrebbe”.
Lei parla di maggioranza. Non dimentichiamo che, nei giorni in cui esplose il caso Humanitas, si accese un diverbio molto forte tra lei e l’area (allora era ancora Articolo 4) che fa capo al deputato Luca Sammartino. La mamma di quest’ultimo ricopriva il ruolo di dirigente proprio in Humanitas.
“Ricordo bene anch’io. Al di là, però, dei possibili o reali conflitti di interesse, qui la questione è un’altra: c’è una multinazionale che decide di investire in Sicilia. Il governo ha il compito di capire se quell’investimento migliorerà il servizio sanitario. A quel punto, però, bisogna prendere una decisione ufficiale e adottare anche gli atti conseguenti”.
A cosa si riferisce?
“Penso al fatto, ad esempio, che quei 70 posti letto che andranno a Humanitas dovranno necessariamente essere sottratti a qualcun altro. È il momento giusto, insomma, per capire quali strutture, pubbliche o private, non siano efficienti e vadano chiuse. Ci vuole il coraggio di compiere scelte impopolari. Mandando a casa magari anche qualche primario che al momento non si ammazza di lavoro. Ma a quel punto, la maggioranza dovrà chiarire più di una cosa”.
Quale aspetto secondo lei non torna?
“Ricordo che nei giorni in cui Crocetta e Borsellino decisero di revocare quell’affidamento, si disse che il governo aveva deciso di non dare tutti quei soldi a un privato, e che i requisiti della nuova rete ospedaliera non consentivano un intervento di quel tipo. Adesso sembra cambiato tutto. Per carità, è legittimo: ma qualcuno ci spieghi”.
Alle recenti polemiche, Crocetta ha risposto: “Nessuno pensi di far tornare qualche rappresentante del passato in questo settore”. Si riferiva, secondo lei, al coordinatore regionale Giovanni Pistorio, che è stato assessore alla Salute proprio negli anni che, anche secondo Crocetta, furono quelli della ‘devastazione’ della Sanità?
“Non credo che Crocetta si riferisse a Pistorio. E comunque si tratterebbe di un riferimento insensato, visto che quest’ultimo non ha alcun interesse a ricoprire il ruolo di assessore. Tantomeno della Sanità. Credo però che da adesso in poi dobbiamo smetterla di guardare al passato e dovremmo iniziare a pensare al futuro”.
E chi vede nell’immediato futuro della Sanità siciliana? Ancora Lucia Borsellino?
“Io spero di sì. Ma deve cambiare qualcosa. Deve essere rafforzato il suo ruolo. Lucia Borsellino deve essere finalmente autonoma dalle logiche non sempre chiare della politica e di questa maggioranza”.