CATANIA. Il centrodestra insiste. Quella riforma delle province proprio non convince. Altro che tagli agli sprechi. Altro che programmazione. Questa mattina, a Catania, i deputati forzisti Marco Falcone e Salvo Pogliese hanno convocato la stampa per spiegare il loro punto di vista: quello sui Liberi consorzi che così per come sono pensati non andrebbero nella direzione del risparmio e dell’efficienza. Con loro anche i parlamentari Vincenzo Gibiino e Francesco Scoma. Di seguito, alcuni passaggi degli interventi di stamane.
MARCO FALCONE: “Riteniamo che si tratti di un maquillage di facciata che non risolve alcun problema. Così come è formulata oggi al norma presentata dal governo regionale non si risolve alcun problema. Noi abbiamo orientato circa cinquanta emendamenti al testo basati soprattutto su tre principi: la nomina diretta dei presidenti dei Liberi consorzi; i Liberi consorzi non devono moltiplicassi e devono rimanere nel numero di nove, ovvero, tanti quanto sono le provincie; infine, non vi può essere nemmeno una moltiplicazione delle assemblee perché a Catania avremmo un 93 rappresentanti, a Messina addirittura 153. Così non va. I Consorzi dovranno poi avere la possibilità di occuparsi di pianificazione del territorio e di gestione dei rifiuti per evitare sprechi e costi”.
SALVO POGLIESE: “Si tratta dell’ennesima riforma bluff di Crocetta la cui agenda politica è stata determinata dai salotti televisivi di carattere nazionale. Basta pensare all’ultima comparsata fatta da Giletti dove ha smentito se stesso dicendo che avrebbe abolito le Provincie. Dopodichè è tornato a Palermo ed ha imposto il cambio di rotta alla sua maggioranza che è finita con l’esplodere in contraddizione. Il punto è: dobbiamo raggiungere l’obiettivo di tagliare gli sprechi? Bene, tutto ciò non avviene di certo creando dodici o tredici Consorzi con in più le tre città metropolitane. Ma il paradosso è che così si moltiplicano sprechi e costi. E’ una riforma ridicola. I nostri emendamenti sono chiari: elezione diretta del presidente dei Liberi consorzi e consorzi che devono restare nove. Mi pare anche paradossale che si parli di tagli degli sprechi dopo che abbiamo una giunta regionale di tecnici che ci costa 2,3 milioni di euro all’anno”.
VINCENZO GIBIINO: “La riforma che vuole presentare Crocetta è roba vecchi. Il Parlamento italiano si sta occupando della Riforma del Titolo quinto della Costituzione e dei costi delle regioni e degli enti intermedi. Stiamo impegnando l’Ars in un lavoro inutile: cambiamo semplicemente il nome in Liberi consorzi e città metropolitane. Una riforma deve portare a parte la spending review deve anche sapere programmare, cosa che attualmente non c’è”.