CATANIA- Con l’operazione Pandora l’Iraps, uno dei principali enti siciliani di formazione, ha subito un vero e proprio terremoto a causa dell’arresto del suo presidente, Francesco Cavallaro. E pensare che, negli anni scorsi, era stato proprio l’Iraps a gestire alcuni corsi di formazione per il personale giudiziario di numerose province dell’isola.
L’Iraps, istituto di Ricerca e applicazioni psicologiche e sociologiche, è una Onlus con sede a Catania che opera sul suolo siciliano dal 1975 e oggi presente in tutte le province dell’isola. Le principali aree di interesse dell’Iraps riguardano – come si legge nella sezione ‘chi siamo’ del suo portale istituzionale – “l’informazione, la formazione professionale, l’orientamento, la qualificazione, le attività seminariali, editoriali, di ricerca e studio”.
Oggi l’Iraps possiede quattro sportelli aperti al pubblico nelle province di Enna, Palermo e Catania che – ancora come si legge sul portale ufficiale – rappresentano strumenti fondamentali per l’espletamento di “servizi di Accoglienza e Prima Informazione, Orientamento, Informazione, Consulenza, Formazione alle Imprese e connessi all’inserimento lavorativo”. Il principale ambito di impiego dell’Iraps riguarda dunque la formazione professionale all’interno della grande mole di progetti destinatari di finanziamenti nazionali e comunitari come i piani Form, Fas, Fc.Fp e il Piano regionale dell’offerta formativa.
Nel 2010 l’iraps si era aggiudicato una tripla vittoria con il bando regionale per il “Rafforzamento delle capacità d’azione delle autorità per l’amministrazione della giustizia” riuscendo a mettere le mani sui progetti di formazione sia per la procura di Palermo che per il tribunale e la corte d’appello di Catania. All’interno di questi progetti l’Iraps si prefiggeva di far ottenere alle tre strutture la certificazione internazionale Iso 9001:2008, attestante la messa in opera di servizi di elevata qualità. Proprio in quell’occasione l’ente si era avvalso dell’aiuto di numerosi esperti, dal campo dell’informatica a quello delle lingue straniere, cercando tra l’altro di assicurare una riduzione totale dei costi dovuti all’utilizzo delle intercettazioni.