I tagli agli onorevoli stipendi |e la "tentazione" calabrese - Live Sicilia

I tagli agli onorevoli stipendi |e la “tentazione” calabrese

La legge non stabilisce quanto degli 11.100 euro lordi che spetteranno ai deputati saranno esentasse. In busta paga questo farà una bella differenza. In Calabria, ad esempio...

Spending review
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PALERMO – Il trucco c’è e si vede. L’Ars buon ultima tra i consigli regionali italiani si è adeguata ai tagli ai costi della politica imposti alle regioni dal decreto Monti. La legge approvata ieri comporterà di certo dei risparmi per le casse pubbliche. E alleggerirà un po’ anche le tasche dei consiglieri. Quanto? Questo non è ancora possibile dirlo. Il tetto fissato, stabilito proprio dalla legge di Monti che demandava alla conferenza stato regioni di individuare la regione più virtuosa, è di 11.100 euro lordi per consigliere. Siamo ben al di sotto dei circa 17 mila euro lordi che fino a oggi sono spettati ai deputati di Sala d’Ercole. E dunque il risparmio per la Regione ci sarà. Ma quanto perderanno effettivamente in tasca i parlamentari? Questo non è ancora dato saperlo. Perché l’Ars non ha seguito la strada battuta da molte altre regioni che nella legge hanno indicato quanto degli 11.100 euro sia imputabile alla voce indennità (lo “stipendio” vero e proprio, quindi tassabile) e quanto alla voce spese di esercizio del mandato (un rimborso forfettario o diaria, esentasse). Ed ecco il trucco, che potrebbe limitare i danni per i conti corrente degli inquilini di Sala d’Ercole. Dovrà essere un decreto del consiglio di presidenza a stabilire a quanto ammonterà la diaria e a quanto l’indennità. Ed è chiaro che tanto più corposa sarà la prima, ossia la fetta esentasse, tanto più pesante sarà il netto in busta paga per gli onorevoli, che potrebbero alla fine perdere, al netto, solo un migliaio di euro, rispetto ai poco meno di diecimila che si incassano oggi.

In Calabria, ad esempio, l’hanno studiata bene. E nella legge regionale numero 1 del 2013 hanno distribuito gli 11.100 euro così: 5.100 di indennità e la bellezza di 6.000 come spese di esercizio mandato. Una mossa che permetterà ai consiglieri calabresi di intascare al netto più di quanto non toccherà alla gran parte dei colleghi delle altre regioni, dove la quota imputabile alla diaria si aggira in media tra i 4.000 e i 4.500 euro (in alcune regioni, come il Friuli Venezia Giulia, il Lazio e diverse altre, sono ancora meno) e il resto è imputabile alla indennità, quindi tassabile. Bisognerà vedere, a questo punto, cosa delibererà l’ufficio di presidenza di Palazzo dei Normanni per fare un po’ di conti in tasca ai deputati siciliani.

Non si risparmierà un granché invece per i portaborse, almeno per tutta questa legislatura. Restano infatti i 3.100 euro che ogni deputato ha a disposizione per i portaborse e il fondo da 4 milioni di euro che si sobbarca le spese per gli 85 dipendenti dei gruppi “stabilizzati”. Dalla prossima legislatura, però, l’Assemblea assegnerà annualmente a ciascun gruppo un contributo per le spese del personale che verrà determinato moltiplicando il numero dei deputati di ogni gruppo per il costo di un dipendente inquadrato in categoria D6. In pratica, l’Ars pagherà ad ogni gruppo le somme necessarie all’assunzione di un lavoratore per ogni deputato. E considerato che dalla prossima legislatura i deputati saranno 70, e che il bacino degli ‘stabilizzati’ conta adesso 85 dipendenti, è possibile che qualcuno resterà fuori.

Il piccolo capolavoro della spending review alla siciliana si scova, come puntualmente riportato ieri sera nella cronaca di Livesicilia, sull’assegno di solidarietà, la mitica buonuscita degli onorevoli. Non solo non è stata tagliata, ma è stato ridotto il prelievo mensile (dal 6,8 all’1 per cento) per finanziarlo. Siccome lo si calcola moltiplicando un’indennità mensile per il numero di anni di mandato, nell’importo dovrebbe ridursi un po’. Ma a caval donato…

 

 


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