PALERMO – Guarda un po’ chi si rivede. E no, non si tratta certo di visite di piacere. Il Palermo ritrova Gian Piero Gasperini e il Genoa ritrova Beppe Iachini, due rendez-vous che difficilmente potremmo definire all’insegna dell’amicizia, sebbene per motivi diversi tra di loro. I due allenatori non evocano assolutamente dolci ricordi alle rispettive tifoserie ed è facile prevedere una bordata di fischi dalle gradinate di Marassi per il tecnico del Palermo, nemico giurato dei tifosi genoani. Dall’altro lato, Gasp avrà molte rivincite da prendersi nei confronti di una squadra con la quale ha toccato il punto più basso della sua carriera, in costante picchiata già prima di approdare in Sicilia e in ripresa soltanto col suo ritorno alla corte di Preziosi.
L’unica retrocessione in serie B della carriera di Gian Piero Gasperini arriva proprio a Palermo, anche se gli annali riporteranno Giuseppe Sannino come tecnico che “sancì” il ritorno tra i cadetti dei rosa. Sannino, però, riuscì a portare speranza da una situazione del tutto disperata nella quale il Palermo era sprofondato proprio sotto la guida di Gasperini. Un allenatore mai realmente amato dalla dirigenza rosanero: si parte dalle frizioni con Lo Monaco sul mercato di gennaio, proseguendo con il primo esonero, la rescissione del contratto dopo un breve rientro e le esternazioni del presidente Zamparini al quale (finora) non ha voluto replicare. La piazza palermitana, che di lui aveva uno sbiadito ricordo da giocatore nel Palermo finalista di Coppa Italia nel ’79, è sempre stata fredda nei suoi confronti, soprattutto a causa degli scarsi risultati.
Storie tese, ma di ben altra natura, quelle tra Iachini e il Genoa. Se chiedete al tecnico marchigiano, lui non sente di avere nulla contro i rossoblù. La sua stessa storia, d’altronde, parla chiaro: di motivazioni “canoniche” per tirar fuori una rivalità col Grifone, in effetti ce ne sono poche. L’unica, quella di una sua appartenenza alla Sampdoria, non regge in quanto già dal 1997 la sponda genoana ha preso di mira quello che ai tempi era il capitano del Ravenna. I rossoblù di Perotti, a due giornate dalla fine del campionato, sono in piena lotta per la promozione e contro un Ravenna ormai senza ambizioni si aspettavano una passeggiata. I giallorossi invece sono delle furie, con Iachini indemoniato in mediana, e strappano un pareggio che si rivelerà fatale. Altro incontro ravvicinato, sempre col Genoa ad un passo dalla serie A, nel 2005. Iachini stavolta allena il Piacenza e ancora una volta costringe il Grifone al pareggio.
Episodi che i tifosi del Genoa hanno ben chiari in mente, come già fatto notare in altre occasioni, col rischio decisamente concreto di cadere troppo in basso. È esattamente quanto successo nell’aprile 2011, quando un Brescia quasi spacciato cerca il miracolo a Marassi, senza successo. I cori “ciao Iachini” dei tifosi del Genoa possono pur rientrare nella goliardia e nello sfottò, a differenza delle parole rilasciate subito dopo il match dal presidente Preziosi, secondo cui il tecnico avversario avrebbe meritato addirittura un’accoglienza peggiore. Una caduta di stile che però raffigura fedelmente i rapporti tra i genoani e Iachini. Da ambo i lati troveremo due allenatori col dente avvelenato e il clima, c’è da scommetterci, non sarà certo quello di un’amichevole.