PALERMO – Dopo il successo all’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma, “Il bambino di Vetro”, opera prima del regista Federico Cruciani (unico titolo italiano selezionato per la sezione “Young/Adult” di Alice nella città), martedì 15 marzo sarà proiettato per la prima volta a Palermo al cinema Rouge et Noir alle 20:30 alla presenza dell’intero cast.
Il film, scritto da Giacomo Cacciatore, Federico Cruciani, Paolo Pintacuda, Josella Porto è liberamente tratto da “Figlio di Vetro” di Giacomo Cacciatore (ed. Einaudi) e racconta di Giovanni (Vincenzo Ragusa), un bambino di dieci anni che giunge amaramente a scoprire che nella parola “famiglia” può annidarsi il male. In una lenta e graduale presa di coscienza, il bambino metterà irrimediabilmente in crisi il legame incondizionato con suo padre Vincenzo (Paolo Briguglia), aprendo gli occhi su una realtà in cui le “famiglie criminali” possono essere più di una e in cui la sua stessa “famiglia naturale” nasconde un segreto capace di colpire al cuore.
“Alice nella Città – racconta il regista – è stata una bella realtà all’interno della Festa del Cinema di Roma. Il concorso ospita film internazionali dedicati al mondo giovanile. Il film è stato proiettato di mattina all’Auditorium Parco della Musica, in una sala da circa mille posti, la Sinopoli, strapiena soprattutto di ragazzi e al di là del mio personale stato d’animo nel vedere il film in uno spazio così grande, ho avvertito una reale attenzione per l’intera durata del film, qualità non scontata visto il numero e l’età media degli spettatori. La sera poi il film è stato proiettato al Cinema Avorio, una sala appena riaperta nel quartiere Pigneto di Roma: è stata una bella serata di cinema, con un buon pubblico che ha molto apprezzato il film”.
Il piccolo Vincenzo Ragusa, Paolo Briguglia, Chiara Muscato, Claudio Collovà: l’intero cast artistico sarà presente alla proiezione palermitana (ad eccezione di Masiar Firouzi). “Quasi tutti gli attori – continua Cruciani – sono stati scelti perché dettati da una stima che ho sempre nutrito nei loro confronti. La scelta del piccolo protagonista invece è stata del tutto casuale: qualche mese prima di girare il film mi ero fermato a guardare una bancarella di orologi in una stradina del centro storico quando ho visto avvicinarsi un bambino di dieci anni con in mano le buste della spesa. Capita molto spesso al centro storico di Palermo di vedere bambini che portano la spesa a casa, o le sigarette per la mamma. Quel bambino si è fermato accanto a me e si è messo a parlare col venditore di orologi come se io non esistessi. Il suo viso e la sua capacità di relazionarsi alla pari con quell’uomo che poteva essere suo padre o anche qualcosa di più mi hanno folgorato. Avere conosciuto Vincenzo è stato molto importante per me, perché quando si ha la certezza di avere trovato il protagonista giusto per la storia che si vuole raccontare si riescono a superare i momenti di maggiore sconforto, durante la preparazione del film, con più facilità”.
Prodotto da Paolo Maria Spina – Revolver Srl con il sostegno della Regione Siciliana – Assessorato Turismo Sport e Spettacolo Ufficio Speciale Cinema e Audiovisivo / Sicilia Film Commission , “Il bambino di Vetro” è un interessante lavoro e da un punto di vista narrativo e da un punto di vista tecnico: il regista sceglie sovente l’uso di spigolosi primi piani in tetri interni, pone la Steadycam alle spalle dei personaggi, costringendo piacevolmente lo spettatore a seguirli nei loro percorsi narrativi.
“L’idea di partenza – aggiunge Federico Cruciani – in effetti era quella di stare addosso al mio protagonista e fare in modo che ci si identificasse il più possibile con il suo punto di vista. Il pubblico, nelle mie intenzioni, avrebbe dovuto avere la sua stessa sorpresa nello scoprire una realtà diversa da quella che si era immaginata fino a quel momento. Non volevo poi identificare il film con una Palermo di maniera abbondantemente fotografata da cinema e tv. Così ho cercato di tenerla il più possibile nascosta, almeno a chi non la conosce molto bene. La panoramica finale che svela una grigia e inusuale Palermo è nata sul set e ho deciso di tenerla solo in fase di montaggio. Mi ha emozionato lasciare i miei protagonisti sospesi nel loro dramma dentro il casotto di una terrazza e andare a scoprire la vita della città che continua a scorrere come tutti gli altri giorni”.
Quello di Cruciani è un lavoro pieno di silenzi, di occhi persi nel vuoto: manifestazioni di una solitudine interiore presente nei personaggi; è un film che punta ad escludere il superfluo e quindi ad arrivare all’essenziale funzionale al racconto (e ci riesce).“L’appuntamento palermitano – conclude il regista – sarà un momento speciale, sicuramente il più emozionante per me e per tutti quelli che hanno lavorato duramente e con passione per questo film. Molti di loro non hanno ancora avuto l’opportunità di vederlo su uno schermo cinematografico”.