PALERMO – “Il giorno dopo l’arresto del suo uomo, il benzinaio Giuseppe Pecoraro, lei è tornata nel punto esatto dove la polizia lo ha prelevato sabato pomeriggio, sulla panchina di piazza dei Cappuccini, davanti ai suoi occhi. La panchina si trova proprio a metà strada tra il distributore Q8 dove lavorava Pecoraro e il portico dei Cappuccini dov’è avvenuto lo scempio. Vorrebbe riavvolgere il nastro, Caterina, perché non riesce ancora a credere a quello che è successo e ora ha lo sguardo perso nel vuoto. È lei la donna che, secondo il racconto del benzinaio alla Squadra Mobile, l’avrebbe fatto impazzire di gelosia, tanto da innescare il rogo che ha poi divorato in pochi istanti, venerdì notte, la vita di Marcello Cimino”.
E’ l’incipit di un articolo del ‘Corriere della Sera’ che ricostruisce la trama di gelosia che ha portato all’orrendo delitto di via Cipressi,a Palermo: il rogo appiccato in cui ha perso la vita Marcello Cimino, clochard di 45 anni, assassinato da Giuseppe Pecoraro, benzinaio, che ha confessato. Una storia d’amore malato e di follia.
“Io Marcello l’ho conosciuto appena – dice lei – l’avrò visto tre o quattro volte alla mensa dei padri Cappuccini dove accompagnavo mio padre pensionato. In mensa c’era anche Pecoraro ma mai, lo giuro, Marcello si fece scappare un complimento o un’occhiata di troppo nei miei confronti. Non so perché Giuseppe ha fatto questo, come ha mai potuto, cosa ballava nella sua testa…”.
“Giuseppe l’ho conosciuto in occasione dell’ultimo Capodanno – prosegue il racconto -, mio padre e mio fratello mi portarono con loro a casa sua, perché io stavo da sola, dopo la separazione da mio marito. Eravamo quattro gatti, fu una cosa molto semplice, ma da quel giorno lui s’è innamorato, s’è invaghito di me. Però era carino, grazioso, mai violento… Mai una scenata, anche se faceva discorsi strani e riconosceva lui stesso di essere un tipo geloso. Però era anche molto affettuoso, mi portava a casa sua alla Zisa, qui vicino, un garage al pianterreno adattato a monolocale e mi diceva: questa casa è a tua disposizione”.
“Insomma – conclude Caterina – correva un po’ troppo. Dopotutto, il nostro è stato solo un flirt, anche se nell’ultimo mese ci vedevamo più di frequente e con noi usciva anche mia sorella”. La follia è divampata improvvisamente. L’uomo gentile, il benzinaio della vita accanto, è diventato un assassino spietato. La scorsa notte ha preso un secchio di benzina, ha gettato il liquido sul corpo di un uomo che dormiva. E ha appiccato il fuoco.