Il bimbo caduto nel pozzo, la madre: "Il mio cuore si è fermato col tuo"

Il bimbo caduto nel pozzo, la madre: “Il mio cuore si è fermato col tuo”

La tragedia di Palazzolo Acreide, il dolore della madre
IL PICCOLO VINCENZO
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PALERMO- “Il mio cuore si è fermato insieme al tuo cuore in quel maledetto pozzo. Ti amo Vincenzo mio”. Così ha scritto su Facebook la mamma del bambino di dieci anni caduto e morto, ieri, in un pozzo artesiano a Palazzolo Acreide.

Sul profilo di una madre con il cuore spezzato, accanto a una foto di Vincenzo, ci sono faccine piangenti e la condivisione del lutto di persone che commentano. Ma le parole non possono nemmeno sfiorare l’immensità di una perdita che turba tutti, fra cronaca e memoria.

Molti, che oggi hanno i capelli bianchi, non possono non riconnettere questa tragedia a quella di Alfredino Rampi, il bimbo che il dieci giugno del 1981 fu inghiottito da un pozzo artesiano a Vermicino, dalle parti di Frascati.

Chi allora era un bambino ricorda con dolore quel salvataggio mancato e le notti in piedi, per assistere alla diretta tv. Uno sgomento che si ripropone, in un calco tragico, per la storia del piccolo Vincenzo. Era un’altra epoca quella di Alfredino, ma le lacrime che ha generato non conoscono l’usura del tempo.

“Zero prevenzione”

Le memorie si trasformano in atroce attualità. “Assistiamo avviliti a queste tragedie che avvengono sempre a causa dell’incuria. Come fu per Alfredino, mancano misure corrette di prevenzione”, dice Daniele Biondo, già presidente di Centro ‘Alfredo Rampi’.

“Dopo l’incidente di Vermicino abbiamo sempre combattuto – aggiunge – Siamo bravissimi nelle manovre di soccorso, ma dal punto di vista della prevenzione siamo ancora lontani”

“Il bambino chiedeva aiuto”

“Il bambino dopo essere caduto nel pozzo ha parlato con la madre e il padre, loro lo chiamavano e lui chiedeva aiuto”. E’ la ricostruzione – citata dall’Ansa – fatta da un testimone, Salvatore La Rosa, che vive in una casa accanto alla fattoria dove i ragazzi erano in gita. Una testimonianza che andrà verificata dagli inquirenti.

Intervistato dal Tgr Sicilia – così scrive l’agenzia – l’uomo racconta gli attimi concitati dell’impegno delle educatrici per tentare di salvare il piccolo: “La signora è scesa a mani nude la sotto, in attesa dei soccorsi”. A mani nude, come i volontari che si calarono nel pozzo di Vermicino, per strappare un bambino alla morte. Ma tutto, oggi come ieri, fu vano.

Il dolore a scuola

“La comunità scolastica è sconvolta da un gravissimo lutto: la prematura scomparsa del bambino frequentante la scuola primaria del nostro istituto. Un dolore profondo e ingiustificabile che colpisce tutti noi. Ci stringiamo in rispettoso silenzio e con un sentimento di vicinanza alla famiglia, ai compagni di classe e quanti hanno stretto con lui legami di amicizia e affetto”.

Così si legge sulla pagina Facebook dell’istituto comprensivo “V. Messina” frequentato da Vincenzo, adesso eternamente ritratto nella sua foto di bambino. L’immagine che accompagnerà per sempre tutti coloro che non smetteranno di piangerlo e di amarlo.


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