Mariano Asato, boss di Castellammare del Golfo e odontotecnico era uscito dal carcere con l’idea di aprire uno studio dentistico. Nella notte è stato di nuovo arrestato nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Paolo Guido e dal sostituto Gianluca De Leo, ha monitorato tutte le fasi: dalla costituzione della società allo scioglimento, quando il medico che avrebbe dovuto fare da direttore sanitario fece un passo indietro.
Il boss di nuovo libero
La prima volta Asaro fu arrestato per mafia nel 1997. Prima di essere mafioso era iscritto a una loggia massonica segreta. Due anni fa ha finito di scontare la pena. Appena tornato in libertà, ha riallacciato i rapporti con altri due mafiosi, Rocco Coppola e Carmelo Salerno. I carabinieri del Reparto Operativo di Trapani, guidati dal tenente colonnello Antonio Merola, hanno seguito i loro incontri nel corso dei quali Asaro commentava vicende mafiose: dalla nuova cupola di Cosa Nostra, convocata a Palermo nel maggio 2018, ai pentiti che lo avevano accusato di avere partecipato all’omicidio del magistrato Giangiacomo Ciaccio Montalto. Per fortuna, diceva Asaro, un altro collaboratore di giustizia, Francesco Giuseppe Milazzo, lo aveva “salvato”.
Lo studio dentistico
E poi gli stava a cuore l’affare dello studio dentistico. La società sarebbe stata intestata fittiziamente alla cognata Maria Vincenza Occhipinti, raggiunta dalla misura cautelare dell’obbligo di dimora, con la collaborazione di Maria Amato (anche per lei obbligo di dimora). Amato è la moglie di Coppola, già condannato per avere fornito, tra gli altri reati, l’appoggio necessario per organizzare in passato incontri fra Matteo Messina Denaro e Vincenzo Sinacori.
La cognata e il medico
Amato, collaboratrice di un notaio, avrebbe predisposto la documentazione necessaria per la costituzione della società. Coppola avrebbe individuato nel medico Vito Lucido (raggiunto da misura inderdittiva di sospensione dall’esercizio della professione per un anno) la figura del direttore sanitario compiacente.
L’aiuto del boss
Nel frattempo Asaro avrebbe chiesto una mano al capomafia di Paceco, Carmelo Salerno, affinché parlasse con l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello. Ruggirello, ai domiciliari per un’altra inchiesta (leggi i verbali), viene raggiunto da un nuovo avviso di garanzia perché avrebbe attivato le sue conoscenze all’Asp affinché l’ambulatorio di odontoiatria fosse convenzionato con il servizio sanitario. Cosa che l’ex deputato regionale fece raccontando a un dirigente che l’interessato allo studio era un suo “cugino”.
Il sindaco di Paceco
I carabinieri stanno perquisendo anche l’abitazione e l’ufficio del sindaco di Paceco, Giuseppe Scarcella, destinatario di invito a rendere interrogatorio. È indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.