Non c’è solo la falsificazione di alcuni documenti. Ci sono pure la consegna di un plico anonimo con le carte che smaschererebbero la truffa e le dichiarazioni di una segretaria secondo cui, l’assunzione dell’avvocato Daniela Antinoro all’ospedale Cervello sarebbe stata frutto delle “pressioni” subite dall’ex direttore generale Francesco Falgares. Entrambi sono finiti agli arresti domiciliari in una storia che ha ancora parecchi punti da chiarire.
Procediamo per tappe. Il 4 marzo 2008, l’avvocato Antinoro, in servizio all’Asp (è sorella dell’eurodeputato Antonello Antinoro), presenta la domanda per l’incarico di dirigente dell’ufficio legale del Cervello. E’ in possesso di tutti i requisiti necessari e il 20 giugno 2008 Falgares, direttore generale oggi in pensione da oltre un anno, firma la lettera per l’attribuzione dell’incarico. Contratto da cinque anni, rinnovabile, con un compenso di 65 mila euro annui. Il contratto viene stipulato il 28 luglio 2008, e cioè un giorno prima che entri in vigore il decreto voluto dall’assessore massimo Russo che blocca le assunzioni di dirigente. E qui che si innesterebbe la presunta truffa con la falsificazione dei documenti. Falgares avrebbe retrodatata, anticipandola al 3 luglio 2008, la lettera in cui comunicava alla Antinoro che le procedure per l’attribuzione dell’incarico erano concluse. In risposta, l’avvocato il 4 luglio gli scriveva di avere ricevuto la lettera. Anche questa data sarebbe stata falsificata.
Il 23 novembre 2010 Angelo Aliquò, dirigente dell’assessorato regionale alla Sanità, riceve un plico di carte che ricostruiscono la storia della truffa e dell’abuso d’ufficio. Parte l’inchiesta, e i carabinieri del Nucleo antisofisticazione interrogano Tiziana D’Aubert, segretaria di Falgares, che mette a verbale di avere assistito alle falsificazioni. Aggiunge che su disposizione del direttore generale aveva annotato la lettera per l’incarico nel protocollo riservato di Falgares, perché, e queste sarebbero parole di Falgares, occorreva mettere una data antecedente alla stesura avvenuta il 31 luglio. Una perizia tecnica ha confermato che il file nominato avv.antinoro.doc è stato creato effettivamente il 31 luglio 2008 nel computer della D’Aubert. La segretaria precisa pure che tra le domande presentate al protocollo non c’era in origine quella dell’Antinoro, e che Falgares gli aveva fatto capire di avere ricevuto pressioni. Da chi? La segretaria racconta che vedeva “spessissimo l’onorevole Antinoro negli uffici della direzione generale dove incontrava il dottor Colleti, sua persona di fiducia”.
La D’Aubert dice pure di essere stata vittima di ritorsioni e critiche anche dagli attuali vertici dell’azienda. Il direttore Salvatore Di Rosa gli avrebbe contestato di essere stata “poco ricettiva nel mettere una pezza ai problemi”. Agli atti dell’inchiesta del pubblico ministero Gaetano Paci finisce pure una nota del dirigente del Personale, Anna Maria Bellina, che il 22 agosto 2008 scrive a Falgares, declinando “ogni responsabilità circa la carenza normativa del procedimento in questione”. Il gip Marina Pitruzzella, che ha ordinato l’arresto in casa per i due indagati, punta il dito anche contro quella che definisce “in un momento di tagli pesanti e ristrettezze, la non utilità dell’incarico”. Ipotesi confermata dal fatti che dal 14 dicembre 2009 “l’azienda ha assegnato un altro incarico alla Antinoro perché il suo era stato soppresso”. Il Gip sottolinea infine la capacità di reiterare il reato e inquinare le prove da parte degli indagati. Domani mattina saranno interrogati. I legali delle difese, gli avvocati Marcello Montalbano, Nino Caleca e Ninni Reina stano studiando la misura cautelare. Nessuna dichiarazione al momento. Scontato appare, però, il ricorso al Tribunale della libertà per ottenere l’immediata scarcerazione.