CATANIA – Nuova istanza al giudice. Nuova richiesta. Nuovo atto di una vicenda – le frasi ritenute offensive nei confronti dell’avvocato Giuseppe Lipera, formulate dall’avvocatura dello Stato nell’ambito della causa intentata per i diritti di una ventenne che la Questura di Trapani ha espulso – su cui di recente si è espressa anche la Camera penale di Catania.
L’avvocato Lipera adesso è tornato a chiedere la cancellazione di quelle parole usate in documento depositato dall’avvocatura dello Stato. La tesi di Lipera era stata bollata come frutto di “farneticanti elucubrazioni”, dal valore “più politico che giuridico”. Parole che hanno indotto il legale a querelare il suo collega che le ha scritte.
Della querela la Procura etnea ha chiesto l’archiviazione – e il legale si è opposto – ma su un altro fronte l’avvocato catanese non intende fare sconti. “Quelle parole vanno cancellate – ribadisce -. Il giudice ha rilevato che avrebbe deciso sulla richiesta di cancellazione unitamente al merito, ma la cancellazione nulla ha a che fare con la statuizione di merito, per questo chiedo di pronunciarsi subito”.
La storia di Sarah
La vicenda, si diceva, è quella della ventenne catanese figlia di tunisini. Nata e cresciuta in Italia, a 7 anni il padre l’ha rapita e portata in Tunisia. L’anno scorso ha trovato la forza di scappare con un gommone e venire in Italia. Da qui però ora la Questura vuole espellerla.
Tecnicamente, dunque, in questa fase – in attesa che il tribunale si pronunci nel merito della causa relativa alla giovane Sarah – l’avvocato “insiste” sulla sua richiesta di cancellazione. La parola passa al giudice civile.