Aveva fatto infuriare l’assessore Pier Carmelo Russo, a causa del suo comportamento “dilatorio”. Nonostante ciò, il commissario dello Iacp di Catania, Antonio Leone, è stato confermato per altri due mesi. Commissario “ad acta”, per la precisione. Un caso che fa emergere un evidente controsenso. Pochi mesi fa, nei giorni che hanno preceduto l’ultimo Natale, infatti, l’assessore regionale alle Infrastrutture e il commissario dell’Istituto case popolari etneo non se le sono certo mandate a dire.
Al centro della polemica, la vicenda riguardante Santo Rubino Schilirò direttore generale dell’ente, rinviato a giudizio per falso, abuso d’ufficio e truffa (avrebbe gestito, secondo l’accusa, gli alloggi favorendo parenti e amici, e ignorando le graduatorie). Un caso che ha subito suscitato la reazione della Regione siciliana, e dello stesso Russo che ha deciso l’immediata cessazione dell’incarico di Schilirò. Un intervento in prima persona, quello di Russo, necessario anche a causa, diceva nel dicembre del 2011, del comportamento “dilatorio” e forse persino “omissivo” del commissario Leone.
“C’è una norma regionale – diceva Russo in quei giorni – che impone la rimozione dall’incarico dei dipendenti rinviati a giudizio”. Norma che nel caso dell’Iacp catanese per settimane non è stata applicata, in attesa di una deterinazione del “collegio di difesa” dell’ente che sciogliesse il nodo della matura del contratto del dirigente (regionale? o degli enti locali?). Un temporeggiamento insopportabile, per la Regione: “Così l’ingegner Leone – attaccava Russo due mesi e mezzo fa – frappone ulteriore tempo rispetto agli atti dovuti. Comunica che convocherà il Collegio di difesa per analizzare la questione. Però non c’è un bel nulla da analizzare. C’è solo da eseguire. L’atteggiamento di Leone- aggiungeva Russo – è certamente dilatorio. Ad accertare se sia anche omissivo sarà la procura. E in quel caso si agirà di conseguenza”.
Intanto, però, per il commissario è arrivata invece solo la proroga dell’incarico (come commissario ad acta, però, e non più come commissario straordinario). Un atto “necessario e indifferibile”, spiega l’assessore Russo, “visto che l’alternativa era quella di lasciare inattivo lo Iacp. E comunque – precisa – la nuova nomina di commissario ad acta, prevede compiti assai più ristretti rispetto alla precedente”. Detto ciò, l’assessore Russo minimizza anche la portata della polemica di dicembre: “La questione nacque perché bisognava fare delle cose (revocare l’incarico al direttore generale, ndr) che poi sono state fatte”. Torna il sereno sulle case popolari catanesi?