CATANIA- I cantieri della metropolitana sono fermi, a partire da quello che dovrebbe consentire la realizzazione della tratta “Stesicoro” nel cuore della città. Difficile dire quando e, soprattutto, se gli operai della Sigenco torneranno al lavoro e consentiranno, dopo anni di attesa, il completamento dell’appalto aggiudicato 5 anni addietro.
All’orizzonte c’è il rischio che la Sigenco si trasformi in un nuovo caso Aligrup, migliaia di dipendenti in questo momento temono per il proprio posto di lavoro. Santo Campione, fresco del concordato preventivo, cioè un accordo attraverso il Tribunale con i creditori, tiene saldo il timone di una delle prime imprese di costruzioni del Meridione mentre punta l’indice contro i ritardi della pubblica amministrazione. “I tempi di pagamento degli avanziamenti dei lavori da parte degli enti pubblici -aggiunge Campione- non sono concepibili”.
La prima ripercussione del momento di crisi della Sigenco, riguarda i cantieri della metro, sono fermi, e in questo week-end l’imprenditore, già braccio destro del cavaliere Mario Rendo, stabilirà le prossime tappe.
Punto primo: il completamento entro il 31 dicembre della tratta Stesicoro. La Sigenco rischia una penale da contratto. Dopo le varianti e i ritardi causati da allagamenti e carenze della progettazione preliminare, non imputabili all’impresa, il termine ultimo per la realizzazione della metropolitana che punta dritto alla via Etnea, non consente proroghe. La Fce ha sempre pagato puntualmente gli stati di avanzamento lavori, per questo, la falla nei conti della Sigenco potrebbe essere stata creata dai ritardi degli altri enti pubblici. L’impresa catanese, non è un mistero, sta realizzando strade, gallerie e aeroporti in tutt’Italia.
La Sigenco è, insieme alla Tecnis, componente del consorzio Uniter, grande mattatore di appalti a livello europeo.
Il rischio, alle falde dell’Etna, è che si concretizzi un effetto “domino”. Dopo il caso Aligrup, il blocco dei grandi appalti sarebbe il colpo di grazia per un’economia già in ginocchio.