CATANIA – Il meloniano Daniele Bottino presiederà la prima riunione del consiglio comunale, venerdì prossimo, in quanto consigliere più eletto con 2391 preferenze, piazzandosi davanti al collega di partito Andrea Barresi (2063 voti). “Sono il consigliere più votato della storia catanese dopo Nello Musumeci nel 2008, a quanto pare. Un onore e una responsabilità, soprattutto per chi come me ha grande rispetto per il senato cittadino” dice a LiveSicilia ancora incredulo. Venerdì mattina ci sarà la seduta inaugurale del civico consesso, che si riunisce a oltre due mesi dal voto del 28 e 29 maggio.
Bottino, ormai è al terzo mandato: cosa dirà ai suoi colleghi aprendo la consiliatura?
“Sarà un discorso semplice. È un momento storico molto delicato e Catania ha bisogno di consiglieri che sappiano lavorare con grande impegno per la città. Lo dirò soprattutto a coloro che sono alla prima esperienza, cercherò di infondere questo senso di responsabilità”.
La scorsa consiliatura ha lascito in dote alla città molti regolamenti, quale sarà invece l’agenda di questi cinque anni?
“Ritengo che l’agenda sarà messa in atto dal prossimo presidente del consiglio e dai capigruppo, il mio ruolo dura un giorno. Ci sono tante cose fatte e altre da fare per migliorare la situazione generale”.
Quali, consigliere?
“Ritengo che bisogna intervenire con forza sul tema della sicurezza in città. Serve un regolamento, perché le nostre famiglie chiedono di vivere in una Catania più sicura. Su questo si può e si deve lavorare tantissimo”.
Catania è stata attraversate da ben cinque emergenze: aeroporto, caldo, blackout, crisi idrica e incendi. Il nuovo consiglio cosa ha da dire su questo incrocio tanto pesante?
“Servirà, sicuramente, un consiglio straordinario su quanto avvenuto a Fontanarossa. Non per dare un giudizio, ma per capire. Bisogna capire anche cosa è accaduto alla rete elettrica catanese, fin troppo obsoleta. Insomma, è nostro compito vigilare ed entrare nel merito delle faccende”.
Negli ultimi anni si è puntato il dito sulla qualità del consiglio comunale e sul peso dei caf nel determinare le leve del consenso, cosa risponde?
“Siamo in democrazia ed è il popolo che decide, lo dico sempre”.
Quindi?
“Visto da fuori, lo scorso consiglio comunale poteva essere criticato per lo spessore dei singoli. Alla fine, però, quello stesso consiglio ha fatto tantissimo. Approvando un numero enorme di delibere, anche sotto il Covid, sperimentando le sedute da remoto. Abbiamo anche, in un certo modo, supplito alla sospensione del sindaco con un forte slancio di responsabilità. Abbiamo prodotto tantissimo, è agli atti”.
Una difesa d’orgoglio?
“Credo che le apparenze dicano poco: lo scorso consiglio comunale ha dimostrato tanto. Spero che in questi cinque anni si faccia altrettanto se non di più”.