PALERMO – Confisca da 300 mila euro per il finto finanziere che tentò di entrare armato in tribunale. I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Palermo hanno dato esecuzione ad un provvedimento emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo nei confronti di Giovan Battista Calabria, 54 anni.
I precedenti
Nel luglio del 2019 Calabria, che fu condannato per questo reato, si presentò al metal detector del palazzo di giustizia con una pistola Beretta 98F senza matricola e con 15 cartucce calibro 9, un tesserino di riconoscimento e un a placca della finanza falsificati. A bloccarlo furono i carabinieri addetti ai controlli. Quali fossero le sue intenzioni è rimasto un mistero.
Le indagini hanno accertato che i beni dell’uomo erano in realtà il frutto di attività illecite. Con la sentenza della cassazione la confisca è diventata definitiva e un appartamento, un magazzino e un posto auto esclusivo a Palermo sono entrati a far parte del patrimonio dello Stato.
ll suo è un cognome noto alle cronache giudiziarie. Fu condannato per avere fatto irruzione, sempre fingendosi finanziere, in casa di una coppia di anziani in via Oreto. Erano in cinque, bussarono e dissero di dovere eseguire una perquisizione. Poi razziarono soldi e gioielli. Era il 2012 e in quel periodo una banda di finti uomini in divisa mise a segno una dozzina di colpi. Calabria finì sotto processo per altre rapine, ma fu assolto. Nel suo passato ci sono anche precedenti per avere utilizzato tesserini, distintivi e palette delle forze dell’ordine.
Il fratello assassinato
Nel 2004 il fratello di Giovan Battista, Stefano, fu assassinato in un bar a Villagrazia. Era entrato armato di pistola, ma il figlio del titolare fu più veloce di lui a fare fuoco. Nel passato di Stefano Calabria c’erano inchieste per spaccio di sostanze stupefacenti, rapina, furto, lesioni, ma anche una ipotesi di partecipazione all’associazione mafiosa.