E’ Roberto Scarpinato, tra i titolari dell’inchiesta sulla presunta trattativa tra Stato e mafia e che in passato ha sostenuto l’accusa nel processo a Giulio Andreotti, il nuovo procuratore generale di Caltanissetta. Lo ha nominato il plenum del Csm a maggioranza, con 16 voti a favore preferendolo a Santi Consolo, vice capo del Dap, il Dipartimento del ministero della Giustizia che si occupa delle carceri, che ha invece ottenuto nove voti. Scarpinato ha avuto il sostegno del vice presidente del Csm Nicola Mancino, della maggioranza dei consiglieri di Unicost, degli interi gruppi di Magistratura democratica e del Movimento per la Giustizia e dei laici del centro-sinistra. Mentre Consolo e’ stato appoggiato dal pg della cassazione Vitaliano Esposito,dai laici del Pdl, dai togati di Magistratura indipendente e da due consiglieri di Unicost. Si e’ astenuto invece il primo presidente della Cassazione Vincenzo Carbone. Cinquantotto anni, originario di Caltanissetta, nella sua lunga carriera, che si è svolta quasi tutta a Palermo, Scarpinato è stato pm nel processo a carico di Michele Greco e altri boss per gli omicidi di Michele Reina, segretario provinciale della Democrazia Cristiana, di Piersanti Mattarella, presidente della Regione Siciliana e di Pio La Torre, segretario regionale del Partito Comunista Italiano. Ma anche nel processo a Salvatore Riina e altri 23 imputati per l’omicidio dell’europarlamentare Salvo Lima. E ha sostenuto l’accusa nel procedimento per l’omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, all’epoca Prefetto di Palermo, della moglie Emanuela Setti Carraro e dell’agente di Polizia di Stato Domenico Russo.
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