TRAPANI – “L’aumento del prezzo del pane da 2 a 3 nei Comuni di Trapani ed Erice, oltre che in altri Comuni, cioè un aumento del 50%, ha scatenato l’indignazione dei cittadini ma anche dei Coltivatori diretti, a causa dell’abissale differenza di costi tra la fatica della produzione (25 centesimi il prezzo di un chilo di grano duro acquistato dai coltivatori) e il ricavo della commercializzazione”. E’ quanto si legge in una nota del sindaco di Trapani Giacomo Tranchida e dell’assessore alle Politiche agricole Giuseppe Pellegrino Nel meridione d’Italia ci sono 600 mila ettari di superficie seminativa abbandonata, e importiamo due milioni di tonnellate di grano duro dall’estero. L’amministrazione comunale di Trapani “è consapevole che nel mondo globale non può di certo intervenire nella determinazione del prezzo del pane, ma ritiene corretto richiamare i panificatori al rispetto delle leggi sulla rintracciabilità dei prodotti da forno, ai fini della sicurezza alimentare”, dicono Tranchida e Pellegrino, preannunciando l’invito a partecipare a un tavolo tecnico tanto ai panificatori e le loro rappresentanze di categoria quanto quelle agricole e alla Cciaa.
(ANSA).