Se il congresso regionale del Pd fosse quotato dai bookmaker in queste ore si abbasserebbero sensibilmente le quote della “soluzione unitaria”. Che appare sempre meno improbabile. E almeno a parole, ricercata da una fetta sempre più ampia di partito. Un Pd che ancora si lecca le ferite dopo Regionali e Politiche e che dopo aver perso il potere tra Roma e la Regione, dilaniato da anni di correntismo devastante, ha forse messo a fuoco che il tempo della guerra intestina è scaduto se si vuole ancora tenere in piedi la baracca. E così, nelle ultime 48 ore, nei conciliaboli in corso tra big e gregari di tutte le correnti, la parola d’ordine è “unità”. Ancora una chimera, a cinque giorni dalla scadenza per la presentazione delle candidature, ma con sempre più tifosi. L’idea è quella di una candidatura che superi le correnti, un nome su cui trovare una difficile convergenza tra vecchi rivali interni, per trasmettere verso l’esterno la massima immagina di unità. Ci riuscirà il Pd dell’eterno scontro fratricida? Lo si scoprirà da qui a domenica. Intanto, riunioni, incontri, caffè, aperitivi e telefonate procedono a raffica giorno dopo giorno. E una delle idee che comincia ad affiorare, almeno da qualche parte, è di non guardare alla deputazione del partito. Niente deputati, senatori o deputati regionali. Il che restringerebbe il cerchio e metterebbe fuori gioco alcuni dei più accreditati nomi della vigilia, da Luca Sammartino a Baldo Gucciardi, da Anthony Barbagallo a Davide Faraone. Per andare oltre le correnti la scelta di fare tutti un passo indietro potrebbe fare gioco. E così salgono le quotazioni degli amministratori locali, che restano il principale patrimonio politico del partito in Sicilia, o magari dei quadri del partito. Solo ipotesi, circolate tra le altre in queste ore. Rimangono quattro giorni ai dem per trovare la difficile quadra. Viceversa, si andrà alla conta. E non è nemmeno troppo chiaro tra quali squadre.
Si tenta di superare le divisioni tra correnti. Restano cinque giorni per la quadra.
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