PALERMO – “Il caos generatosi intorno alle scadenze del ‘Piano Giovani’, misura utile ma di portata limitatissima, impone una seria riflessione sulle politiche per l’occupazione: i piccoli interventi lasciano il tempo che trovano, non generano veri posti di lavoro e si riducono ad un’inutile ‘corsa al click’”. lo dichiara l’on. Totò Lentini, deputato regionale di Articolo 4.
“Se le intenzioni sono certamente positive, le ricadute concrete sono praticamente pari a zero, generando in migliaia di giovani siciliani speranze destinate a sfumare. Di fronte all’entità della crisi occorrerebbero politiche integrate e di ampio respiro, con interventi a carattere strutturale che affrontino i veri nodi: formazione e costo del lavoro.
Finché ogni intervento” – continua il Vicepresidente della Commissione attività produttive all’ARS – “rimarrà svincolato da una logica di integrazione, da una visione di insieme, si finirà per utilizzare male le poche risorse disponibili, con gran parte degli interventi destinati ad esaurire le loro conseguenze col finire del contributo pubblico.
Meglio sarebbe” – prosegue – “prevedere una reale integrazione fra una formazione vera ed orientata ai bisogni del mercato ed un reale e consistente abbattimento del costo del lavoro strutturale (oneri previdenziali, Irap) che ad oggi è il principale ostacolo alle nuove assunzioni. Di fronte al dramma che attanaglia ormai la Sicilia occorre uno sforzo ulteriore perché dalla logica dei ‘tagli’ (che, indiscriminati, stanno compromettendo servizi essenziali) e dei piccoli ‘interventi’ si passi ad una più complessiva riqualificazione della spesa pubblica, orientandola verso quello che serve allo sviluppo ed alla tenuta della società, ed a costruire e realizzare una vera strategia che restituisca competitività e sviluppo.
Auspico perciò” – conclude Lentini – “che il Governo, con l’aiuto di tutte le forze responsabili che hanno a cuore il futuro della nostra terra, si attivi immediatamente affinché possano arrivare le giuste risposte di fronte alla tragedia della disoccupazione che ha raggiunto proporzioni ormai insostenibili”