CATANIA – Il Presidente Francesco Virardi è una sorta di ‘eminenza’ del Palazzo di Giustizia di Catania. È il giudice dei maxi processi di mafia: Orsa Maggiore contro Cosa nostra, Fico d’India contro i Laudani. Solo per citarne alcuni. Oggi è arrivato in Tribunale per essere ascoltato come teste nel processo a carico del giudice Filippo Impallomeni. È stata la difesa a citarlo.
Appena si è avvicinato davanti all’aula 3 è cominciata la corsa a per salutarlo. Molti penalisti hanno cominciato la loro carriera forense interfacciandosi con Virardi. Il Covid – purtroppo – non ha permesso di potergli stringere la mano. La mascherina ha nascosto una parte del suo volto. Ma i suoi occhi non hanno bisogno di altro, perché ipnotizzano mentre ripercorre aneddoti legati a quelle udienze che hanno fatto la storia della cronaca giudiziaria catanese. La sua voce, d’altronde, è ancora possibile risentirla nei nastri – un patrimonio da collezione – su Radio Radicale.
E così la sua presenza mette in secondo piano lo stesso processo. Virardi si è seduto sul banco dei testimoni e ha risposto alle domande dei difensori di Filippo Impallomeni, che secondo quanto emerso nell’inchiesta Tax Free avrebbe favorito l’imprenditore Giuseppe Virlinzi in alcuni contenziosi con l’Agenzia delle Entrate. In cambio avrebbe ottenuto l’uso di alcune auto della concessionaria. Virardi, che ha condiviso il lavoro in Commissione Tributaria con Impallomeni, ha ribadito che le decisioni sarebbero state prese sempre collegialmente e di non aver notato da parte del giudice un atteggiamento di pressione rispetto ad alcune decisioni. Il processo, che si celebra davanti alla terza sezione penale del Tribunale, è alle fasi finali. Il prossimo 23 aprile ci sarà infatti l’ultimo teste della difesa e si chiuderà la fase dibattimentale. A quel punto saranno fissate le discussioni delle parti, con la requisitoria del pm e le arringhe dei difensori.