Il "sistema" delle truffe all'Inps |Parla il funzionario infedele - Live Sicilia

Il “sistema” delle truffe all’Inps |Parla il funzionario infedele

Filippo Bucolo, dipendente dello sportello Inps a Giarre, ha risposto al gip.

 

inchiesta podere mafioso
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CATANIA. Si sono conclusi, davanti al gip di Catania Santino Mirabella, gli interrogatori di garanzia anche per i 14 indagati, raggiunti da misura cautelare degli arresti domiciliari, nell’ambito della maxi inchiesta “Podere mafioso”, con cui i finanzieri del Comando provinciale hanno sgominato una presunta associazione dedita alle truffe all’Inps. Tra i più attesi quelli di Alfio Lisi, 48enne commercialista di Mascali, e di Filippo Bucolo, 65enne di Calatabiano, funzionario dello sportello Inps a Giarre. Entrambi, secondo l’accusa, avrebbero svolto un ruolo di primo piano all’interno dell’organizzazione, consentendo il buon esito delle truffe.

Diametralmente opposta la linea difensiva dei due indagati. Lisi, assistito dall’avvocato Enzo Iofrida, ha deciso di non replicare alle domande del gip, avvalendosi della facoltà di non rispondere.

Si è invece difeso dalle accuse il funzionario, che dovrà rispondere anche di corruzione aggravata. Per la Procura di Catania l’uomo, non solo avrebbe fornito informazioni “in violazione dei doveri di riservatezza, al solo fine di garantire al sodalizio il tempestivo recupero della percentuale sull’indennità spettante all’associazione”, ma avrebbe anche agevolato e impresso un’accelerata all’evasione delle pratiche dei finti braccianti agricoli, al fine di ottenere in tempi più brevi la liquidazione delle indennità agricole. L’indagato, difeso dal legale Ernesto Pino, avrebbe però chiarito di non aver mai agevolato alcuna pratica, non avendo nemmeno accesso al programma necessario. Sul punto sarebbe attesa a giorni una certificazione, richiesta all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, che attesterebbe la veridicità della dichiarazione. In merito all’accusa di aver dato informazioni riservate, Bucolo avrebbe riferito di aver fornito informazioni solo in presenza del documento d’identità della persona interessata.

Nei prossimi giorni entrambi i difensori depositeranno istanza di revoca della misura cautelare al tribunale del Riesame.

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