PALERMO – “Se il tavolo romano fosse partito in concomitanza con l’insediamento di Rosario Crocetta, sarebbe stato occasione per un dialogo importante, per un confronto serio tra una regione a statuto speciale in difficoltà e lo Stato, il giusto e corretto rapporto tra i due diversi livelli di governo. Ma questo purtroppo non è accaduto. Ad oltre due anni dalla nascita del primo governo Crocetta, che il Partito democratico, azionista di maggioranza, volle definire rivoluzionario, il tavolo con Palazzo Chigi ha il sapore ben di altro, e viene a conclamare il fallimento dell’azione dell’esecutivo regionale, già informalmente commissariato dall’assessore Baccei, indicato da Matteo Renzi”. Lo scrive in una nota il coordinatore di Forza Italia in Sicilia Enzo Gibiino.
“Tutte le debolezze e le grandi lacune del governo Crocetta-Pd sono oggi palesemente venute a galla, nonostante per lunghi mesi la maggioranza abbia preferito mettere la testa sotto la sabbia e raccontarsi una finta verità – prosegue Gibiino -. L’impossibilità di chiudere il bilancio regionale a fine anno, è stata ed è il sintomo più evidente di un enorme fallimento, che coinvolge tutte le sfere della vita della regione, dalla sanità ai servizi al cittadino, dalle partecipate al pubblico impiego fino alle emergenze ambientali e al trattamento dei rifiuti. Ai siciliani, a qualsiasi persona di buon senso, non può che sorgere spontanea una domanda: perché continuare a pagare la costosissima macchina amministrativa siciliana se poi è Roma a dirci cosa dobbiamo fare? “.
“Se la Sicilia fosse stata un’azienda privata, non avrebbe potuto che lasciare a casa l’amministratore delegato Crocetta, imponendo una nuova governance. Ciò che accade sotto i nostri occhi è un libro già scritto, una devastazione segnalata da tempo da Forza Italia, dal buco di bilancio ad una sanità non riformata e che fa acqua da tutte le parti, da partecipate costosissime, che invece di essere resettate, facendo ripartire le sole necessarie, sono ancora oggi emblema di spesa improduttiva. Per non parlare della totale mancanza di programmazione sulle tematiche ambientali e di tutela del territorio. La Sicilia – conclude Gibiino – deve essere completamente ripensata, mettere la polvere sotto il tappeto promettendo riforme che non riformeranno non è la soluzione che la nostra terra merita”.
