Il termalismo in Sicilia |”Occasione da non perdere”

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21 Gennaio 2016, 21:06

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CATANIA – Cercare di fare quadrato attorno a un settore economico che rappresenta “l’occasione da non perdere”. Il termalismo non è un tema circoscritto ad Acireale (o Sciacca): un piano serio di sviluppo significherebbe arricchimento per tutto il territorio, in termini di indotto e soprattutto di turismo. Sabato gli attori principali, istituzionali e manageriali, si incontreranno nello stesso luogo per confrontarsi e portare proposte. L’occasione sarà il convegno organizzato dal Lions Club di Acireale e dal Forum permanente sulle Terme che si terrà all’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici. Un incontro che arriva proprio dopo il comunicato del Movimento 5 Stelle che denuncia l’inerzia della Regione e che vede la Società a un passo dal fallimento. Una questione a cui deve rispondere il liquidatore, Gianfranco Todaro, tra i relatori di sabato pomeriggio. Il presidente del Lions Rosario Faraci sull’argomento è preciso e non le manda certo a dire.

Prof. Faraci, il termalismo è un’occasione che Acireale non può farsi sfuggire.

“Il termalismo è una occasione per Acireale, per Sciacca, per la Sicilia intera. E’ un segmento importante del mercato turistico dove si coniugano insieme salute, benessere e territorio. Altre regioni, come la Toscana, l’Emilia, la Campani,a il Veneto lo hanno capito da tempo e hanno investito intelligentemente, favorendo la giusta sinergia fra il pubblico che programma e promuove la fruizione dei territori e il privato che ha la proprietà o la gestione delle strutture. In Sicilia, dove ci sono sette aziende termali, molte delle quali attive, l’offerta termalistica invece stenta a decollare”.

Tutto fermo da anni. La responsabilità – diciamola tutta – è davvero solo politica?

“Per Acireale e Sciacca, sì. La responsabilità è della politica che indugia e tentenna, improvvisando e recitando spesso a soggetto senza una chiara visione strategica. Ma è anche amministrativa, se si considera che la burocrazia palermitana non ha attuato le disposizioni della legge regionale n.11 del 2010, determinando di fatto un depauperamento delle strutture acesi e saccensi, una perdita di valore del patrimonio e risultati economici negativi, cioè consistenti perdite di esercizio. Ad Acireale in sette anni si sono accumulate perdite per oltre 12 milioni di euro ad esempio. Per gli altri centri termali, bisogna rivolgersi agli amministratori privati per sapere cosa facciano, ma sappiamo che però anche loro lamentano una scarsa recettività dei territori circostanti perchè la politica è assente”

Questo appuntamento si prefigge quale obiettivo?

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“E’ un convegno distrettuale del Lions Sicilia che, nell’ambito del tema di studio “Sicilia, isola tra mito e realtà”, ha un comitato che si occupa di termalismo. Il Governatore del Lions Sicilia Francesco Terranova e il Delegato al tema la prof.ssa Elena Di Blasi hanno scelto di organizzare questo convegno ad Acireale per due motivi. Il primo è la presenza della prestigiosa Accademia degli Zelanti e dei Dafnici che si è occupata a più riprese negli anni del termalismo e che ospiterà questo importante appuntamento. Il secondo motivo è presenza del Lions Club di Acireale che, occupandosi delle Terme di Acireale, ha promosso il Forum permanente dal 2011, a seguito di una conferenza organizzata il 9 aprile di quell’anno, in cui furono invitati esperti, docenti universitari, imprenditori e professionisti, per dare un respiro ampio al tema. Proprio come sta avvenendo per questo convegno distrettuale del 23 gennaio prossimo”.

Al convegno è prevista la presenza dell’assessore regionale al Turismo: un messaggio per Anthony Barbagallo.

“Sappiamo che, come Assessore al Turismo, sta lavorando ad un progetto per rilanciare il turismo termale in Sicilia. In passato c’era stata analoga iniziativa dell’Assessorato alle Attività produttive con il progetto di Distretto produttivo del benessere termale che è tuttora in corso. L’on.Concetta Raia, nella passata legislatura, si era fatta promotrice di un disegno di legge sul riordino del settore termale in Sicilia a partire dal recepimento della legge quadro nazionale del 2000. C’è fermento, non c’è dubbio. Vorrei capire, essendo le competenze frammentate fra Assessorato al Turismo, alla Sanità, alle Attività Produttive e al Bilancio (per la proprietà degli stabilimenti di Acireale e di Sciacca), se non sia giunto il momento di fare un po’ d’ordine, con la creazione di una cabina di regia. Ma questo però bisognerebbe chiederlo al Presidente della Regione on.Crocetta se avesse tempo e voglia di occuparsi un po’ più seriamente di questo comparto dell’economia siciliana che ha grandi potenzialità”.

Ma al di là dell’appuntamento, è doveroso un commento alla notizia del paventato fallimento della Società?

“Ci addolora la notizia della deriva fallimentare della società di gestione delle Terme acesi, ma non ci sorprende affatto. Lo diciamo da cinque anni, e lo abbiamo detto di presenza anche al Dipartimento Bilancio a Palermo quando siamo stati invitati. Il socio unico pubblico, cioè la Regione Siciliana, ha indugiato fin troppo a lungo nella decisione se dare alla liquidazione una connotazione di continuità dell’attività aziendale o di scioglimento della società con restituzione dell’attivo al socio. Tutto ciò è accaduto, mentre la Regione stessa avrebbe dovuto decidere come redigere il bando di privatizzazione. Attendendo gli esiti del Tribunale sull’accoglimento o sul rigetto dell’istanza di fallimento, è chiaro che adesso tutto si complicherà maledettamente. Ma se dovesse fallire la società di gestione, non falliranno certo gli stabilimenti termali che sono e rimangono di proprietà pubblica. E’ da qui che bisogna ripartire, senza più polemiche e con speranza, ma accertando pure fino in fondo le responsabilità di chi, sul piano politico, amministrativo o societario, ha portato la situazione fino a questo punto”.

 

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21 Gennaio 2016, 21:06

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