“Solitamente i ticket, in politica, servono a rafforzare qualcosa. Ma Nello Musumeci è un candidato molto forte, non ha bisogno di essere sostenuto ulteriormente”. Al leader del Cantiere popolare Saverio Romano non è andata giù la scelta-proposta di indicare Francesco Cascio come vice presidente della Regione. E il fastidio di Romano non ha niente a che vedere col nome, o con la persona: “Cascio è un amico, che conosco da vent’anni. Ed è politico di assoluta autorevolezza. Ma qui il discorso è un altro: in una coalizione le idee si discutono e si propongono al candidato presidente, che poi decide. Spero, quindi, che quella del ticket sia solo una proposta”.
Una proposta che, però, non scalda il cuore del leader centrista: “A che serve un ticket? Questa formula solitamente torna utile per dare forza a un candidato magari un po’ debole. Ma Nello Musumeci è un candidato fortissimo, ce lo dicono tutti i sondaggi: è capace di ottenere un consenso di gran lunga superiore persino a quello portato in dote dalla coalizione”. E a proposito di candidato e coalizione, Romano manifesta un certo ottimismo: “Ci siamo liberati – spiega – della zavorra dell’alleanza con Lombardo. Questo ci consentirà di lavorare meglio, di essere più credibili, di concentrarci su un programma forte e coerente”. E al governatore dimissionario Romano lancia un’ulteriore frecciata: “Meno male che doveva defilarsi… Adesso è impegnatissimo a formare le liste di Micciché attraverso le solite operazioni clientelari che sfruttano i poteri del governo regionale. Come del resto denunciato dai suoi stessi assessori: come Andrea Vecchio, solo per citare l’ultimo”.
A dire il vero, oltre che dalla “zavorra” di Lombardo, il Cantiere popolare s’è liberato anche dell’appoggio di Grande Sud: “Micciché ha compiuto un errore madornale: sulla stizza e le ripicche non si costruisce una prospettiva politica e non si governa una Regione come la Sicilia. Ha perso una grande occasione, dopo aver contribuito a costruirla”.
E giusto per restare sul tema delle defezioni, a “sposare” il progetto di Micciché e Lombardo sarà quasi certamente Fabio Mancuso, che ha annunciato la sua uscita dal Pdl, ma, di conseguenza, anche l’abbandono di quell’idea alla quale lui stesso, insieme ad altri deputati azzurri e al Cantiere popolare, aveva lavorato fino a pochi giorni fa: una lista di moderati che sostenesse Leontini alla presidenza: “Di quel progetto Mancuso – dice Romano – era uno dei protagonisti e avrebbe dovuto ricoprire un ruolo di prestigio anche perché in questa legislatura si era presentato come uno dei più fieri avversari di Lombardo. Mi chiedo come spiegherà al suo elettorato questo ripensamento”.
Nessun dubbio, invece, per Innocenzo Leontini. L’ormai ex capogruppo del Pdl, infatti, annuncia Romano, “sarà a capo della lista del Cantiere popolare a Ragusa e avrà un ruolo di primissimo piano nella prossima legislatura”. Qualche dubbio, invece, per Nino Beninati e Edoardo Leanza. Ma le incertezze, per Romano, sono solo sul posizionamento dei due deputati regionali uscenti. “Sono certo che entrambi staranno da questa parte della barricata. In quale lista? Alle liste stiamo ancora lavorando. Vedremo nei prossimi giorni, a cominciare dal 4 settembre, giorno in cui il Pid-Cantiere popolare terrà i suoi ‘stati generali’”.
L’evento, che verrà organizzato a Caltanissetta, rappresenterà “una occasione – dice il coordinatore regionale del partito Rudy Maira – di confronto e di rilancio del centrodestra che dalla Sicilia può ribadire la centralità del suo messaggio politico, e la forza di un programma per il riscatto della Sicilia, contro gli egoismi e nel nome delle nobili ragioni del popolarismo. Getteremo le basi – ha aggiunto Maira – per un programma politico-economico capace di fare uscire la Sicilia dall’immobilismo, indicando una prospettiva credibile e precisa, attraverso il contributo di quanti vedono in Nello Musumeci il miglior interprete di un progetto politico innovativo, concreto e lungimirante”. Già, Musumeci è già forte così. I ticket, per il momento, non servono.