Il tradimento temuto, la telefonata| Ecco come è scattato il blitz - Live Sicilia

Il tradimento temuto, la telefonata| Ecco come è scattato il blitz

Il retroscena dell'operazione che ha scoperto 42 "furbetti del cartellino". 

PALERMO – Temeva di essere tradita. Suo marito più volte non si era presentato in ufficio e lei, quasi per ripicca, aveva chiamato il numero di pubblica utilità, il 117 della guardia di finanza. Era il novembre del 2016. Non avrebbe mai immaginato che da quella telefonata sarebbero partite le indagini che a distanza di due anni avrebbero ‘incastrato’ 42 dipendenti assenteisti dell’assessorato alla Sanità di piazza Ziino, a Palermo.

E paradossalmente, il marito della donna non risulta coinvolto nell’inchiesta: “Quella che sembrava una chiamata volta a segnalare dei gravi disservizi – spiega il comandante del gruppo di Palermo, Alessandro Coscarelli – celava in realtà un interesse di tipo privato, ma si è ugualmente rivelata utilissima ai fini delle indagini. La nostra attività costante di osservazione e monitoraggio degli impiegati, grazie all’utilizzo delle microspie, ha infatti permesso di accertare, complessivamente, 406 episodi illeciti”.

Indagini che si sono mosse a tutto campo, con l’identificazione degli impiegati coinvolti, l’accertamento del meccanismo di complicità tra loro e i mezzi utilizzati per lasciare gli uffici. Accuse pesanti. “Tra le persone individuate, ci sono anche dipendenti società terze, ditte che per la Regione svolgono servizi vari”. Dal portierato, alle attività di sicurezza, fino a coloro che recapitavano la posta.

“Abbiamo immortalato centinaia di episodi che hanno fatto venire a galla la naturalezza con la quale gli impiegati si allontanavano dal posto di lavoro o timbravano il cartellino per i colleghi – precisa Coscarelli -. Si trattava di un meccanismo ben collaudato, che ha provocato danni economici per centinaia di migliaia di euro e molto grave dal punto di vista delle modalità, visto che si tratta di dipendenti tutti assunti a tempo indeterminato”.

“I furbetti del cartellino”, smascherati grazie al blitz effettuato oggi all’alba, avrebbero anche utilizzato i computer per attestare false presenze. E invece l’occhio della telecamera e i pedinamenti li hanno immortalati fuori dalla struttura di piazza Ottavio Ziino, in alcuni negozi per fare la spesa o, addirittura, dal parrucchiere. Sono 147 i capi d’imputazione che pendono sui 42 indagati, una percentuale altissima su un totale di duecento impiegati negli uffici dell’assessorato finito nel mirino.


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